Tu sei qui: Territorio e AmbienteCava-Costiera: nasce un comitato per chiedere interventi seri contro gli incendi boschivi
Inserito da (admin), giovedì 7 settembre 2017 12:51:43
Un comitato d'azione per dire basta al crimine degli incendi boschivi. È quello di cui si sono resi promotori alcuni cittadini della Costiera Amalfitana e di Cava de' Tirreni, che hanno pubblicato un appello - che è anche denuncia di certe situazioni - rivolto a tutte le persone interessate ad agire per provare a contrastare "l'industria del fuoco", come viene definita nell'appello senza giri di parole.
Per i promotori del Comitato "Basta Incendi!", dopo decenni in cui si è assistito "rassegnati" allo scempio dei boschi, in particolare nel Centro-Sud d'Italia, è giunto il momento di provare ad opporsi ad una prassi dietro la quale si intravedono interessi criminali.
I roghi di luglio e agosto, che hanno fatto scempio dei boschi dei monti che accomunano i due territori, hanno particolarmente colpito le popolazioni locali per la loro virulenza ed estensione. Ma ciò non elimina il rischio che, passata l'emergenza, tutto cali nuovamente nel dimenticatoio, come sta accadendo da anni.
Il Comitato, quindi, si propone innanzitutto di mantenere viva l'attenzione sul fenomeno conservandone la memoria storica, e intende inoltre sollecitare le istituzioni, governo nazionale in testa, a combattere con decisione questo crimine. In particolare, come si legge nell'appello, allo Stato si chiedono due azioni fondamentali: 1) prevenzione, manutenzione, cura costante dei boschi, da effettuarsi con personale proprio, non precario; 2) utilizzo di mezzi e personale propri per il servizio AIB, cancellando il ricorso all'appalto della gestione ai privati. Il Comitato è aperto a tutti i cittadini interessati, ed è possibile seguirne le iniziative sulla pagina Facebook "comitato basta incendi".
Il 2017 è stato un anno record per gli incendi boschivi nel nostro Paese. Un dato che ha tra le concause diversi fattori, tra gli altri anche la modificazioni climatiche che riguardano l'intero pianeta, con l'aumento delle temperature medie e della siccità. Condizioni che dovrebbero imporre un'attenzione costante alla prevenzione e alla manutenzione dei boschi. L'Italia si è mostrata ampiamente impreparata di fronte a tale emergenza, peraltro la Riforma Madia, che ha accorpato La Guardia Forestale di Stato ai Carabinieri, ha determinato sia l'eliminazione di personale addestrato per lo spegnimento degli incendi che ritardi burocratici nella predisposizione del servizio antincendio boschivo (AIB). Detto servizio, inoltre, sul suolo resta affidato a personale ridotto, non incentivato e spesso precario. Il Paese, però, resta vulnerabile anche a seguito di alcune scelte politiche sbagliate, soprattutto quella di appaltare la gestione dei mezzi antincendio a privati. Si tratta di una prassi che va avanti da decenni, è poco trasparente e si dimostra inefficace alla prova dei fatti. La gestione degli aerei canadair, di proprietà pubblica, è affidata a soggetti privati; le flotte di elicotteri definite "regionali" sono, in realtà, sia nei mezzi che nella gestione, appaltate a privati. Riteniamo questo meccanismo estremamente sbagliato e oggettivamente poco chiaro. Proprio di recente, la prassi degli appalti del servizio AIB è stata denunciata all'Autorità Garante del Mercato per sospette procedure monopolistiche, ed è in corso un'indagine che si concluderà nel 2018. Riteniamo, inoltre, che dietro al fenomeno degli incendi boschivi ci sia pure una precisa strategia criminale; non è immaginabile diversamente, per esempio, che - come tutti hanno potuto osservare - più focolai d'incendio si sviluppino contemporaneamente in certi giorni e in diverse parti del territorio, come ci fosse un unico ordine ad agire. In generale, però, la dinamica degli incendi mostra caratteristiche sospette. Evidenziamo con forza, poi, che non deve essere dimenticato che un incendio boschivo produce danni non limitati alla distruzione delle sole flora e fauna, ma che sono precondizioni per gravi disastri idrogeologici e ambientali, i cui costi, peraltro, sono certamente molto più pesanti rispetto a quelli per un'adeguata prevenzione. Fatta questa breve premessa, noi riteniamo che lo Stato italiano debba assumere come sua funzione diretta e irrinunciabile la lotta agli incendi boschivi, che deve basarsi sui due momenti essenziali qui indicati: 1) prevenzione, manutenzione, cura costante dei boschi, da effettuarsi con personale proprio, non precario; 2) utilizzo di mezzi e personale propri per il servizio AIB, cancellando il ricorso all'appalto della gestione ai privati. Diversamente, lo Stato italiano deve ritenersi complice di chi dall'"industria criminale del fuoco" trae profitto.
Donato Bella (Maiori)
Gaetano Cantalupo (Maiori)
Pierfrancesco Cantarella (Ravello)
Cettina Capuano (Cava de' Tirreni)
Raffaele Cervanti (Cava de' Tirreni)
Giovanna Dell'Isola (Maiori)
Gennaro Di Marco (Cava de' Tirreni)
Maria Di Serio (Cava de' Tirreni)
Giuseppe Ruggiero (Maiori)
Serena Scannapieco (Maiori)
Secondo Squizzato (Cetara)
Spazio Pueblo (Cava de' Tirreni)
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