Tu sei qui: Gourmet‘Omm se nasce, brigante se more’, anche sulla tavola dell'Osteria Ninco Nanco di Cava
Inserito da (ilvescovado), mercoledì 19 aprile 2017 21:15:17
Di Adriano Rescigno
Schioppetti appesi al muro e brigati che servono ai tavoli. Su corso Umberto I, tra le sinuosità del borgo Scacciaventi, si ritorna all'ottocento post unitario, epoca di eroi briganti che vollero ribellarsi all'unificazione lucrativa foraggiata dai piemontesi, grazie alle pietanze dello chef Gerardo Codetti ed all'atmosfera ricreata dall'architetto Antonio Palumbo. Parliamo dell'Osteria Ninco Nanco.
Come spiega l'amministratore dell'attività Vincenzo Avagliano: «Il nostro obiettivo è quello di riportare gli ospiti in una taverna-cantina del secondo ottocento napoletano, tra briganti, buon vino e ‘'mollette'', attraverso una proposta gastronomica di qualità, riconducibile alla cucina teorico-pratica del cavaliere Ippolito Cavalcanti, del quale un manuale è custodito gelosamente in una teca in vetro all'interno del locale».
Tanti profumi ed antiche prelibatezze, condite dallo splendore di un antro solitario dedicato ad una sola coppia che preferisce le dichiarazioni d'amore al lume di candela immaginando il fischiare di remote pallottole, hanno portato sin dalla prima sera l'Osteria Ninco Nanco nel gotha dei luoghi del culto culinario metelliano.
«Anche Giuseppe Nicola Summa, in battaglia Ninco Nanco - conclude Vincenzo Avagliano - il brigante più temuto dai Savoia, al quale abbiamo deciso di dedicare il nome della nostra attività, non sarebbe mai sazio del nostro ‘'puorco sarvatico nsvieroʺ, uno spezzatino di cinghiale cotto in vino rosso calabrese e successivamente caramellato».
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