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Napoli, manifestazione, pace, Vincenzo De Luca

A Napoli al via la manifestazione per la pace: in piazza tanti giovani, adesioni da tutta Italia

L'iniziativa, fortemente voluta da De Luca e nasce con l’obiettivo di chiedere un «cessate il fuoco immediato” e di «fermare l’atomica», è stata aperta dalla lettura sul palco della lettera di saluto e di adesione inviata al governatore dalla senatrice a vita Liliana Segre

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 28 ottobre 2022 11:37:55

Alle 11 in piazza del Plebiscito a Napoli è partita la manifestazione per la pace in Ucraina promossa dalla Regione Campania e dal governatore Vincenzo De Luca. In piazza tanti ragazzi delle scuole che sventolano bandiere della pace, associazioni e anche diversi comuni con i loro gonfaloni. In totale circa 25mila i partecipanti, tra cui anche i sindaci del Salernitano e della Costiera Amalfitana.

L'iniziativa, fortemente voluta da De Luca e nasce con l'obiettivo di chiedere un «cessate il fuoco immediato" e di «fermare l'atomica», è stata aperta dalla lettura sul palco della lettera di saluto e di adesione inviata al governatore campano dalla senatrice a vita Liliana Segre.

«Saluto con vero piacere tutte e tutti i partecipanti all'iniziativa per la pace che si terrà a Napoli il 28 ottobre 2022. Promossa dalla Regione Campania, con l'adesione di molte associazioni e comitati di cittadine e cittadini, l'iniziativa è tesa a raggiungere la pace nella martoriata terra ucraina, cuore dell'Europea. Ma la manifestazione ha anche un altro profilo, si svolge il 28 ottobre, giorno in cui ricorre il centenario della cosiddetta marcia su Roma. Una data funesta della storia italiana, che segna l'inizio del fascismo, la più grande sciagura della storia nazionale del secolo scorso. Perché impegno per la pace, per la democrazia e contro il fascismo e il totalitarismo devono sempre andare insieme, elementi indispensabili di una piena coscienza civile.

Sulla questione della guerra in Ucraina sento il bisogno di essere molto chiara: c'è un aggressore ed un aggredito. Non si può non essere senza ambiguità dalla parte dell'Ucraina e delle sue istituzioni, delle donne e degli uomini, bambine e bambini, vittime di una sanguinosa aggressione.

La pace va certo perseguita. Occorre fermare le morti e le distruzioni, non vogliamo più vedere città bombardate, persone che fuggono a migliaia, infrastrutture, raccolti, centrali nucleari ed elettriche distrutte o messe a serio rischio. Anche quello del ricorso ad armi nucleari tattiche da parte della Russia è un incubo che la comunità internazionale deve cercare di scongiurare in ogni modo.

Per questo occorre puntare ad un cessate il fuoco ed all'inizio di veri e seri colloqui di pace. Condivido la proposta, alla base della vostra iniziativa, per una conferenza di pace sotto egida ONU e che coinvolga, con l'Europa, anche gli USA e la Cina. Deve trattarsi però di una pace giusta. Che rispetti il diritto dell'Ucraina all'integrità e alla dignità nazionale e garantisca a tutta l'Europa orientale un futuro assetto di pace e di convivenza fra diversi.

Mai la guerra può essere "mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" come recita la nostra Costituzione. Vale anche per Russia ed Ucraina. La questione delle minoranze linguistiche e religiose, in quelle zone e ovunque nel mondo, si risolve appunto con la pace, il confronto, la mutua disponibilità all'ascolto, il rispetto dell'altro e del diverso. Esattamente il contrario della guerra. Ben venga dunque la più ampia mobilitazione per una pace giusta e duratura, capace di garantire un futuro migliore al nostro continente e al mondo intero».

Al centro della piazza è stato allestito il palco sul quale si sono alternati diversi interventi. «Questa di oggi è una piazza di pace. La prima in Italia e ci auguriamo ne seguano altre in tutto il Paese perché bisogna muoversi: non possiamo restare impotenti a contare i morti senza fare niente», afferma il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana.

Padre Enzo Fortunato, frate minore conventuale di Assisi e giornalista e direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, nel suo intervento si rivolge direttamente a Zelensky e Putin: «Fratello Zelensky, Fratello Putin il vostro cuore ascolti il grido della pace. È necessario gridare per la pace? Il Presidente Mattarella lo ha ricordato all'incontro con la comunità di Sant'Egidio: ben vengano tutte le iniziative sulla pace. Ma di che pace parlare? Che pace testimoniare? "Oggi la pace è gravemente violata, ferita, calpestata: e questo in Europa, cioè nel continente che nel secolo scorso ha vissuto le tragedie delle due guerre mondiali. Siamo nella terza". Sono parole di Papa Francesco. Parole dure e dirette. Di chi pende posizione, come la stiamo prendendo noi in questo momento. Non si può essere indifferenti».

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