Tu sei qui: Storia e StorieOspedale Cava, la rabbia della Cgil: «Continuamente bistrattato e condannato al declino»
Inserito da (redazioneip), lunedì 22 febbraio 2021 09:35:03
Ancora polemiche in merito alla situazione dell'Ospedale di Cava de' Tirreni, senza infermieri e depotenziato a seguito dell'emergenza Covid-19. Attraverso una nota stampa, Antonio Capezzuto, segretario generale della Cgil funzione pubblica di Salerno, interviene sullo stato del nosocomio cavese, che, «dopo essere stato inizialmente privato della Rianimazione, con tutte le conseguenze del caso, resta oggi puntualmente fuori da ogni nuovo arrivo di personale».
«I numerosi arrivi di infermieri negli ultimi due mesi hanno visto appunto l'esclusione del Presidio metelliano», tuona il segretario.
Capezzuto si interroga su quale sia il futuro dell'ospedale cavese, «continuamente bistrattato e condannato al declino», e chiede delucidazioni alla dirigenza del Ruggi: «Ci spieghi se c'è una chiara volontà politica di chiudere l'Ospedale o se la causa è da ricercare nella gestione da "bottega" del Servizio Infermieristico del Ruggi, dove si volta la faccia alle reali esigenze dei presidi periferici, abbandonati a loro stessi e senza una prospettiva chiara e certa.
Pensiamo che siano maturi i tempi di un revisione dell'attuale servizio, oggi nelle mani di pochi eletti, nelle quali si sta consumando il declino dei Presidi e della sanità del territorio. C'è bisogno di un intervento autorevole per il ripristino della normalità, per dare fine ad un modello organizzativo privo di una visione complessiva a tutela dei servizi che l'ospedale dovrebbe offrire. È arrivato il momento di pensare all'interesse dell'intera collettività e non a come concedere spazi e privilegi a seconda delle proprie preferenze.
Tutto questo vuol dire coltivare una visione lungimirante, vuol dire investire sul futuro dell'Azienda, vuol dire preoccuparsi della comunità, dei cittadini, vuol dire promuovere le eccellenze e il merito, vuol dire anteporre l’interesse di tutti a quello di pochi eletti».
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