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Ospedale Cava de’ Tirreni, Polichetti: «Ginecologia va riaperta, urge tavolo di trattativa»

«Si potrebbe optare per una soluzione equilibrata: cioè spostare le nascite a Salerno - dove c’è anche la Terapia Intensiva Neonatale - e lasciare aperto il polo ginecologico di Cava per abbattere le liste d’attesa»

Inserito da (ranews), mercoledì 2 maggio 2018 10:22:22

Di Maria Abate

Nel settembre 2016, con un comunicato conciso quanto drammatico, l'Azienda Ospedaliera Universitaria "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" annunciò: «l'Unità operativa complessa di Ginecologia presso l'ospedale Santa Maria dell'Olmo viene definitivamente soppressa». Da allora, tra proteste da parte degli amministratori comunali di minoranza e cortei popolari, si è assistito al sovraffollamento dell'unico reparto di Ginecologia dell'azienda ospedaliera "Ruggi d'Aragona", quello del plesso di Via San Leonardo a Salerno, che deve far fronte alle necessità di un bacino d'utenza veramente ampio.

In merito alla spinosa questione, la Redazione de "Il Portico" ha intervistato Mario Polichetti, dirigente sindacale della FIALS Medici Salerno e ginecologo presso il "Ruggi". Di seguito l'intervista.

In virtù del fatto che a Salerno confluiscono pazienti da un bacino veramente ampio, quale importanza dà alla necessità di una riapertura del reparto di Ginecologia a Cava de' Tirreni? Crede che il presidio di Salerno basti a coprire in maniera esauriente le necessità di un flusso così vasto di persone?

La chiusura della Ginecologia di Cava de Tirreni è stata una scelta poco oculata del Direttore Generale dell'epoca, Vincenzo Viggiani, che snobbò la mia proposta di chiudere il punto nascita ma di lasciare aperto il reparto di Ginecologia, per poter sgravare il nosocomio di via San Leonardo e dare risposte immediate all'utenza della seconda città della provincia di Salerno, che nel periodo estivo accoglie tanti turisti anche dalla costiera amalfitana. Il presidio di Salerno è chiaramente insufficiente ad accogliere un'utenza così vasta.

Quali sono le sue proposte per una soluzione concreta al problema? Cosa suggerirebbe - in quanto dirigente sindacale della FIALS e in quanto medico che opera al servizio delle pazienti - al direttore generale dell'Azienda Ospedaliera?

Cava non andava mortificata fino a tanto. Si potrebbe tranquillamente optare per una soluzione equilibrata: cioè spostare le nascite a Salerno - dove c'è anche la Terapia Intensiva Neonatale - e lasciare aperto il polo ginecologico di Cava per abbattere le liste d'attesa. La ginecologia è una branca della chirurgia generale e pertanto potrebbe essere accolta nell'ambito del dipartimento chirurgico. Suggerisco di aprire subito un tavolo di trattativa e riportare almeno la Ginecologia a Cava. È davvero ingiusto che una città così importante sia stata privata di un servizio così essenziale.

ll problema di una riapertura della Ginecologia a Cava de' Tirreni è dovuto perlopiù a motivi economici, che però dovrebbero sottostare alle necessità dell'utenza. Secondo lei, è possibile trovare un compromesso tra questi due aspetti, tra strategie economiche e necessità di garantire pienamente il diritto alla salute all'utenza?

Non solo è possibile, ma dev'essere assolutamente garantito un equilibrio tra queste due esigenze. Mettendosi a lavorare si può trovare una soluzione che contemperi le esigenze economiche e i bisogni dell'utenza, basta volerlo! Io, in quanto dirigente sindacale e tecnico del settore, sono a disposizione per collaborare con le Istituzioni per favorire il ritorno a Cava della Ginecologia.

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