Tu sei qui: Storia e StorieLa Città di Cava de’ Tirreni: la genesi e le sue quattro denominazioni
Inserito da Livio Trapanese (ilvescovado), lunedì 14 marzo 2016 11:31:40
di Livio Trapanese
Se nel 1011 il nobile principe salernitano Alferio Pappacarbone, d'origine longobarda, non si fosse ritirato a vita eremitica nella "grotta di metello o cavea arsicia", probabilmente Cava de' Tirreni non sarebbe mai stata fondata ed il suo intero territorio, che fino al 14 gennaio 1807 ha compreso Vietri sul Mare, i villaggi circonvicini e Cetara, sarebbe rimasto una delle tante frazioni di Salerno.
La Città di Cava de' Tirreni si estende su una terrazza naturale alta 195 metri sul livello del mare e dista 42 Km a sud da Napoli, 8 a nord da Salerno e 3 da Vietri sul Mare. Conta oltre 54.000 abitanti ed è cinta da folti boschi, che formano il verdeggiante mantello di monte Finestra (alto 1.139 mt.), monte Sant'Angelo (1.130 mt.), il colle di San Liberatore, detto Buturnino (462 mt.), il colle di Sant'Adjutore, impropriamente detto "monte Castello" (467 mt.) ed altri rilievi della catena dei monti Lattari. Nel Principato Citeriore (l'attuale provincia di Salerno) è stata la prima città ad avere l'energia elettrica, prodotta da una centrale termoelettrica (1894).
Rimanendo sino al 1091 sotto la giurisdizione del Principe e del Vescovo di Salerno, nel tempo, ha assunto quattro denominazioni:
Nel libro V della Geografia di Strabone, si legge: «A metà fra le Sirenuse e Posidonia vi è Marcina e transitando da essa verso Nuceria fino a Pompei, si percorre un istmo di 120 stadi»; unità di misura del temo, pari a 22 chilometri. Le Sirenuse sono le tre piccole isole site al largo di Positano: Ligea, Leucosia e Partenope, dette: Isole dei Galli, mentre Posidonia é Paestum. Marcina, che includeva i territori delle odierne Cava de' Tirreni, Vietri sul Mare e Cetara, fu distrutta dal vandalo Genserico, nel 455 d.C.
Nel 1011, il nobile principe longobardo Alferio, ritiratosi a vita eremitica nella citata grotta o cava, già dimora dell'anacoreta Liuzio, diede inizio alla "costituzione" delle Terre di Cava, iniziando con l'edificazione della chiesa e del monastero benedettino della Santissima Trinità. Nel 2011 è stato "celebrato" il millenario.
Era il 4 settembre 1092 quando Papa Urbano II (il Papa della prima crociata), con al seguito il Principe di Salerno e 16 Cardinali, giunse nel cenobio cavense, dove consacrò (il giorno 5 seguente) la chiesa, proprio nel mentre il Cardinale Rangerio di Reggio Calabria consacrava la chiesa del Corpo di Cava: Santa Maria Maggiore, detta anche Santa Maria la Terra, così denominata poiché "la terra" (il suolo) destinata all'edificazione della chiesa, fu donata all'Abate Pietro Pappacarbone (nipote di Alferio) dal Principe di Salerno Gisulso II. Seguirono molte altre donazioni.
Le Terre di Cava, da quel dì distaccatesi dalla Diocesi e dal Principe di Salerno, divennero autonome. Nel 1100, l'Abate Pietro fortificò il Casale del Corpo di Cava, cingendolo con alte mura, due porte e otto bastioni, che così divenne un vero e proprio castello.
Le Terre di Cava, per la difesa della sua gente, oltre al Castrum Sanct'Adjutore, costruito nel 787 sul colle omonimo, sito al centro della "valle metelliana", si avvalevano anche del "Castello del Corpo di Cava", sede degli Eletti del popolo e delle Magistrature.
Papa Bonifacio IX Tomacelli, con bolla del 7 agosto 1394, elevò le Terre di Cava al rango di Città.
Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele II, in Torino, prima capitale d'Italia, il 23 ottobre 1862, col Regio Decreto n. 935, in esito alla delibera del Consiglio Comunale cavese, dispose che al toponimo Cava fosse aggiunta: "de' Tirreni", in memoria dei "fondatori" discendenti da Jafet, terzo genito di Noè, che all'indomani del diluvio universale giunsero nella fascia di terra che corre lungo il Mar Tirreno. Da qui l'unico ed esatto toponimo, che è: Città di Cava de' Tirreni.
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