Tu sei qui: Storia e StorieEmergenza Coronavirus, Partito Comunista di Cava: «L'ospedale va potenziato»
Inserito da (redazioneip), mercoledì 18 marzo 2020 10:39:29
In queste ultime ore, dopo i tre casi di Coronavirus a Cava de' Tirreni, sono molti i cittadini che hanno dimostrato preoccupazione per l'ospedale Santa Maria dell'Olmo, giudicato non all'altezza per gestire l'emergenza. Sulla vicenda è intervenuto Partito Comunista - Cava de' Tirreni, che ha diffuso una nota che pubblichiamo integrale a garanzia della completezza d'informazione:
Lo spontaneismo di una manifestazione solidale nei confronti dell'ospedale cittadino dà un segnale positivo sull'interesse dei cavesi per la salute propria e degli altri. Così come l'apprensione in questi giorni per la rimodulazione di tutti i reparti a seguito dei primi casi di Covid-19. Una raccolta fondi, però, non potrà mai mettere la necessaria toppa ai disastri sul sistema sanitario perpetrati dai governi di centro destra e di centro sinistra. E, intendiamoci, a tutti i livelli, dal nazionale al locale.
Il nosocomio metelliano conta ancora posti letti assicurati anni orsono dalla riorganizzazione dell'Azienda Ospedaliera di cui il Santa Maria Dell'Olmo fa parte, ma le carenze in termini di personale, del P.O. e della mobilità dei veicoli per le urgenze, non potrebbero mai sopportare un eventuale picco di contagi in città, né un aumento degli stessi nei prossimi mesi, se ad esempio questo virus si ripresenterà ad intermittenza ogni inverno.
Oggi, addirittura, preoccupa la possibilità di chiusura dell'Ospedale per consunzione. Lo smantellamento dei reparti per ospitare i malati di Covid-19 spaventa, i cittadini chiedono che non diventi una scusa per accelerare l'abbandono dell'Ospedale.
Ben venga, quindi, che i lavoratori dell'ospedale si mobilitino e alzino l'attenzione sulle difficoltà della struttura. Ben venga che i cittadini guardino all'ospedale come una necessità ineludibile. Ciò, purtroppo va segnalato, non è sempre stato vero. In passato i governi locali di centro destra e centro sinistra si sono rimbalzati le responsabilità sulla chiusura di reparti e sui ridimensionamenti della Struttura. Mezze verità o mezze inesattezze potevano essere riscontrate tra tutti.
Una sola verità, incontrovertibile, è che in strada, con raccolte firme, sit-in, manifestazioni, sono scesi i Comunisti e i cittadini (seppure in molti hanno spesso sottovalutato le criticità che venivano evidenziate), mentre la politica, anche provando a fare il suo ai tavoli ma con risultati inefficaci, mai risolutivi, ha affrontato le vicende senza riuscire a far ripartire stabilmente l'Ospedale.
Per conto nostro, saremo sempre dalla parte dei cittadini e dei lavoratori dell'ospedale che hanno a cuore la loro professione e i pazienti, che hanno a cuore la struttura e quello che rappresenta per la città. Evidentemente, però, se queste due parti sentono la necessità di ricorrere alla bontà popolare, la politica, ad ogni livello, non ha saputo dare le risposte che doveva. E questo è un fatto.
La politica scelga da che parte stare. Pretenda i fondi dalle prossime manovre per contrastare la crisi sanitaria ed economica e salvi l'Ospedale. Dia rassicurazioni certe, a livello locale e regionale, che dopo la crisi l'Ospedale riapra e sia potenziato.
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