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Storia e Storie

Intervista con un giovane che, dopo aver lasciato la Costiera, ha trovato in America la notorietà

Dalla Costiera a Los Angeles con un sogno nel cassetto: la storia di Stefano Della Pietra

il nuovo spot di Fiat 500L

Inserito da (admin), domenica 18 agosto 2013 10:17:56

«Mamma dammi cento lire che in America voglio andar»: per molti nostri antenati il sogno americano è cominciato così. Passano gli anni, cambiano i tempi ma il fascino degli USA resta immutato: per lavoro o per studio in tanti si trasferiscono oltre oceano. Stefano Della Pietra, un brillante giovane originario della Costa d'Amalfi, è uno di questi. Recentemente protagonista nel nuovo spot della Fiat 500 L, lanciato dall'azienda italiana per conquistare il mercato a stelle e strisce, e con un sogno nel cassetto: trasformare la passione di sempre nel proprio lavoro.

Stefano sei uno dei tanti nostri concittadini che diventa famoso. Ti senti ancora "costiero" dentro?
«Non mi definirei "famoso", ma sono decisamente un costiero: mio padre è di Maiori, mia madre di Ravello. Questo è un piccolo spot che ho fatto e che per sua natura, essendo in lingua Italiana, ha avuto un discreto successo, anche perché gli Italiani lo condividono. Sono molto contento di questo, specialmente perchè mi riconnette con i miei amici in Costiera che avendo visto la pubblicità mi contattano, mi prendono in giro, giocano...

Sicuramente la tua vocazione sarà nata tanto tempo fa. Qual è stato il tuo percorso prima della notorietà?
«Ho vissuto a metà fra Roma e la Costiera Amalfitana. Il mio primo ruolo è stato in una recita scolastica a 14 anni. Da quel momento mi sono appassionato al teatro. Ho studiato due anni a Roma con una bravissima insegnante,Yvonne d'Abbraccio. A 19 anni mi sono trasferito a New York, un anno dopo ho avuto il privilegio di essere accettato alla Stella Adler Studio of Acting. La scuola mi ha dato più di quanto avrei mai immaginato. Sia per gli insegnanti che per i compagni. A New York mi sono fatto le ossa e ho fatto tanto teatro, da Shakespeare a Mamet. Ho anche scoperto stand up comedy, e ho cominciato a girare nei vari bar e comedy club, sviluppando un atto comico solo. Questo è il mio primo anno professionale a Los Angeles: sarei dovuto rimanere solo qualche mese, ma c'era tanto lavoro che ho deciso di rimanere».

Il tuo presente sarà molto intenso, come lo stai vivendo?
«È un periodo molto eccitante. Ho scritto e diretto una web series "my Boring Life" e sto continuando a fare audizioni di giorno e spettacoli di notte. Ho uno spettacolo un venerdì si ed uno no chiamato "Space Jam al noho art district" di Los Angeles. Cerco, insomma, di stare su un palco il più possibile. Mi fa molto piacere che lo spot abbia avuto successo in Italia e che i miei amici italiani se lo stiano passando. Sono doppiamente orgoglioso perché siamo i primi italiani ad essere in uno spot della Fiat. Inoltre parlo la mia lingua il che mi da un ulteriore soddisfazione. Mi ha ricordato un po' un anno fa quando a New York ho partecipato al progetto "voci nel deserto" di Laura Caparroti e ho recitato estratti da Gaber e Benedetto Croce insieme ad altri colleghi italiani. Faccio sempre uno sforzo in più dei miei colleghi americani per la lingua ovviamente. Ma mi ha insegnato a dare maggiore attenzione alla lingua. Per essere competitivo al livello professionale ho dovuto imparare di nuovo a parlare correttamente e senza accento».

Hai lasciato l'Italia giovanissimo per un Paese grande e geograficamente distante. Come è stato l'impatto con la nuova realtà?

«Trasferirsi così lontano da tutto quello che conosci può confonderti le idee per un lungo periodo. Io sono stato fortunato perchè i miei genitori e i miei fratelli sono stati un punto di riferimento solido nella prima parte del trasferimento e tutt'ora. Grazie a Skype le lontananze sono più tollerabili. Non e' come una volta quando ci mettevi tanto tempo ad andare in America e una volta lì non tornavi più. Quest'ultimo anno non sono potuto tornare per le vacanze ed ho veramente sentito la mancanza di casa, del profumo della mia terra, dei limoni, delle mie nonne. La lontananza non ti fa dare più niente per scontato. Ogni volta che torno rimango senza fiato a quanto è bella l'Italia e la Costiera. Lo dico a tutti quanti. I miei amici americani mi deridono perchè ne parlo sempre e mostro foto, ma non lo capisci quanto è bella finchè non ci sei stato.
Tornerò un giorno ma intanto mi sento fortunato perchè ovunque vado porto con me il ricordo di quella bellezza. Per ora voglio concentrarmi a fare il mio meglio qui. Sono ancora agli inizi e la strada è lunga, peggio ancora non so dove porta, ma questo nessuno lo sa».

Dici di non sapere dove porta questa strada, ma in cuor tuo non sogni Hollywood?
«Non proprio. Non mi concentro sulla fama. Molti mi chiedono "quando diventi famoso?" E' una cosa che chiedono solo agli attori. Nessuno direbbe a un avvocato: "Quando diventi un avvocato da $5000 a settimana a Madison ave?". Ci sono migliaia di attori a Los Angeles che vivono bene e non sono famosi. Per quanto mi riguarda se facendo l'attore guadagno come un insegnante, sono felice perché amo il mio lavoro che per me è una passione. Si sentono tante storie di attori a Los Angeles senza lavoro per anni, io appena uscito da scuola ero già grato di essere pagato. Qui c'è più lavoro che ovunque, fare l'attore è una professione come un'altra. Il mio sogno era fare l'attore, sogna un sogno piccolo e lo puoi vivere. Io lo sto vivendo da 5 anni. Vivere un sogno è meglio di sognare. Perché i sognatori stanno sempre ad inseguire i sogni ma non li acchiappano mai. Io non sono un sognatore sono un attore!».

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