Tu sei qui: PoliticaConsiglio da rifare, ricorso al prefetto
Inserito da (admin), venerdì 28 settembre 2007 00:00:00
Era iniziato con la solidarietà al consigliere Polichetti ed all'assessore Senatore per le minacce ricevute, poi si era passati ai convenevoli per salutare i nuovi capigruppo di An, Fabio Siani, e del neo costituito gruppo del "Pd-E' Viva Cava", Enzo Lampis, ma alla fine il Consiglio comunale di mercoledì è finito con l'abbandono dell'aula da parte di tutta l'opposizione. Ieri mattina, An, Fi ed Unione Popolare hanno annunciato la richiesta al prefetto di riconvocare il Consiglio comunale, con all'ordine del giorno tutti i punti che le opposizioni non hanno potuto discutere e le dimissioni del presidente del Consiglio, Lucio Panza, e dell'assessore Germano Baldi.
I fatti. Intorno alle 22.30, Antonio Barbuti (Unione Popolare) interviene sulla raccolta differenziata chiamando in causa l'assessore Germano Baldi, che risponde veementemente. La discussione si anima ed i due si allontanano per un chiarimento de visu. A questo punto l'opposizione, sollecitata dal capogruppo Alfonso Laudato, abbandona l'aula per protestare contro l'atteggiamento ritenuto intimidatorio ed aggressivo dell'assessore Baldi e per solidarietà al consigliere Barbuti. Il Consiglio comunale, però, non si ferma ed a tamburo battente passa alle votazioni dei punti all'ordine del giorno: approvati l'istituzione dello sportello catastale, gli emendamenti di bilancio ed il regolamento sui contributi, respinta la richiesta dell'opposizione di una commissione d'indagine sui contributi erogati finora. «Abbiamo abbandonato l'aula - spiega Alfonso Laudato di Fi - per l'atteggiamento arrogante e minaccioso dell'assessore Baldi nei confronti del consigliere Barbuti. Faremo ricorso al prefetto perché venga riconvocato il Consiglio, con all'ordine del giorno gli stessi punti sui quali non ci è stata data l'opportunità di discutere».
Durissima anche An. «Si è consumato un atto antidemocratico e di grande scorrettezza politica. Il presidente del Consiglio non ci ha tutelato - tuonano il capogruppo Fabio Siani, i consiglieri Peppe Bisogno ed Alessandro Schillaci ed il segretario Giovanni Del Vecchio - Anzi, hanno approfittato nella nostra assenza per approvare in 15 minuti tutti gli argomenti più delicati, senza che ci fosse un democratico confronto in Consiglio». Chiarisce l'accaduto Antonio Barbuti: «La reazione dell'assessore Baldi è sembrata a tutti minacciosa, tanto che ho ritenuto opportuno un immediato chiarimento, che si è concluso con una stretta di mano. Questo, però, nulla toglie ad un atto politico scorretto del presidente del Consiglio, che non ha sospeso la seduta per consentire che tutto fosse chiarito ed agevolare una discussione serena tra tutte le forze politiche».
Tutto regolare, invece, secondo il presidente del Consiglio, Lucio Panza: «In aula e fuori non è successo nulla, come mi ha riferito anche il comandante della Polizia Locale. Lo stesso Barbuti lo ha confermato. Tutti i consiglieri rimasti, che hanno assicurato il numero legale, mi hanno chiesto di continuare, per cui non c'era alcuna condizione per una sospensione. D'altronde, i consiglieri di minoranza potevano in ogni momento rientrare in aula e partecipare alla discussione, che si è protratta per circa 45 minuti. Peraltro, c'erano delle scadenze da rispettare, per evitare che si potesse arrivare addirittura allo scioglimento del Consiglio, con tutti gli atti consequenziali». «La verità è che la minoranza non sa fare politica - lamenta Germano Baldi - vede al di là della realtà e cambia le carte in tavola. Non c'è stata nessuna aggressione all'amico Barbuti, solo un chiarimento tra uomini, anzi, non è detto che non si possa intraprendere un percorso insieme».
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