Tu sei qui: PoliticaCava de' Tirreni, la solidarietà di Fratelli d'Italia al settore della ristorazione
Inserito da (redazioneip), venerdì 24 aprile 2020 10:58:18
«Il coordinamento cittadino di Fratelli d'Italia ed i consiglieri comunali Clelia Ferrara e Renato Aliberti esprimono massima solidarietà agli esercenti del settore bar, ristorazione, pizzeria e pasticceria. L'ordinanza n. 37 del 22 aprile, a firma del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, non tiene conto delle reali esigenze delle menzionate categorie e, semmai ve ne fosse bisogno, conferma senza tema di smentita che il governo regionale è lontano dal mondo produttivo. Esordisce così il comunicato del coordinamento cittadino di Fratelli d'Italia in riferimento all'ordinanza n.37 della Regione Campania.
«In tale contesto - continua il comunicato - fa rumore il silenzio dell'amministrazione comunale che anziché alzare la voce e difendere un settore strategico per la nostra Città, rimane colpevolmente silente, soggiacendo a bieche logiche politiche invece di tutelare le imprese locali della enogastronomia.
Per evitare che il "tuttologo di turno" provi a strumentalizzare la posizione di Fratelli d'Italia è bene chiarire, a scanso di equivoci, che nessuno discute la necessità di una ripresa graduale c controllata delle attività commerciali, ma, allo stesso tempo non si possono avallare provvedimenti di fatto inattuabili e, a tutto voler concedere, laddove rispettati, eccessivamente onerosi per gli esercenti.
L'ordinanza del Presidente della regione sembra une vero e proprio "contentino" che ha invece "scontentato" suscitando irritazione e rabbia nella gran parte degli operatori del settore, in quanto da più parti considerata una ordinanza "trappola". È di tutta evidenza la disparità di trattamento relativamente alle modalità di sanificazione e distanziamento rispetto alla gran parte delle attività commerciali del comparto alimentare e non solo. Misure così rigorose non sono state adottate per i supermercati, le salumerie, le macellerie, le ferramenta e i colorifici e la stessa certificazione sanitaria appare una presa in giro, visto che il medico competente rilascerebbe una attestazione senza sottoporre il paziente - dipendente al tampone.
L'orario previsto, poi, non consentirà un minimo ritorno economico per giustificare l'apertura che nella gran parte dei casi esporrà l'esercente, già in crisi di liquidità, ad affrontare ulteriori costi. Ci chiediamo quante pizze dovrà consegnare a domicilio una pizzeria? Quanti caffè dovrà consegnare un Bar? Quanti pranzi dovrà consegnare un ristorante? Quanti dolci dovrà consegnare una pasticceria, per rientrare dai costi di gestione?».
«Siamo curiosi - conclude il comunicato - di conoscere quanti esercenti avranno il coraggio della disperazione di alzare le serrande, tenendo conto delle inique restrizioni imposte. Siamo certi che l'amministrazione effettuerà i doverosi controlli per accertare il rispetto dell'ordinanza regionale n. 37, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini ed una leale concorrenza».
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