Tu sei qui: PoliticaAlta tensione a Palazzo
Inserito da (admin), giovedì 25 ottobre 2007 00:00:00
Cresce il disagio nei partiti della maggioranza, mentre i consiglieri comunali diventano gli unici veri interlocutori politici. L'atto di ribellione, con l'autonoma richiesta al sindaco di una verifica sullo stato di realizzazione del programma e del tempo pieno degli assessori, ha avuto un effetto deflagrante. Disagio tra gli assessori ed insofferenza nelle segreterie politiche.
Ed il consenso tra gli altri consiglieri non firmatari del documento dei 5 "peones" alle richieste avanzate, rende il clima sempre più conflittuale. «Il nostro atto - spiega il giovane Vincenzo Iacobucci - voleva essere innanzitutto un contributo alla chiarezza nei rapporti tra consiglieri e potere esecutivo, tra consiglieri e partito e, soprattutto, la riaffermazione del ruolo del consigliere comunale. Non prime donne, ma legittimi rappresentanti del popolo. Nessun agguato agli assessori o volontà di sostituzioni, la nostra richiesta è stata fatta alla luce del sole».
Artemio Baldi (Pd) ed Antonio Pisapia (Sdi) ne condividono lo spirito, anche se da più parti si sottolinea che l'azione politico-amministrativa non va commisurata in termini quantitativi, ma qualitativi e che l'obbligatorietà del tempo pieno doveva essere una clausola dell'accordo pre-elettorale. Le segreterie politiche tenteranno un recupero il 3 novembre al tavolo del centrosinistra, convocato per una verifica politico-programmatica. «Gravagnuolo è il sindaco della coalizione, indicato e sostenuto dai partiti. Le voci di un partito del sindaco o di anticipato scioglimento del Consiglio comunale, per tentare la carta di una lista propria, le riteniamo un'illazione giornalistica. Gravagnuolo è un sindaco intelligente e rispettoso delle regole politiche», afferma il segretario politico dello Sdi, Luigi Avella.
Di tutt'altro avviso l'ex fiorellino Antonio Barbuti, oggi capogruppo della nuova formazione politica Unione Popolare: «Il progetto del partito del sindaco parte da lontano, ne cogliemmo i segni subito e ci opponemmo con forza. I fatti ci danno ragione e l'ultima sortita, quella dei 5 consiglieri comunali, ne è la riprova, ed ancora prima il comportamento avuto nelle primarie "chi non è con me, è contro di me". Una logica perseguita con l'avallo di consiglieri ed assessori».
In una situazione così, apparentemente o volutamente, confusa, si leva la voce del segretario della Margherita, Giancarlo Accarino, che invita il sindaco a fare chiarezza: «In tanto bailamme di voci e di comportamenti, rispetto ad una sempre corretta azione dei partiti e di sostegno leale, riteniamo che il sindaco Gravagnuolo debba fugare con forza ogni sospetto e riaffermare la volontà di proseguire con i partiti nella realizzazione di quel progetto di città presentato unitariamente agli elettori e sul quale ci fu un ampio consenso». La querelle non si attenua e rischia, se non ci saranno interventi forti, di aprire una crisi dirompente.
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