Tu sei qui: CronacaViolenza su extracomunitarie, è emergenza
Inserito da (admin), lunedì 11 settembre 2006 00:00:00
«La violenza sulle donne extracomunitarie, in special modo ucraine, sta crescendo in modo devastante, basata su una cultura prevaricatrice, che legittima la violenta appropriazione o soppressione del loro corpo perché considerate compiacenti o, peggio, delle sfasciafamiglia». Così la pensa Imma Caldarese, psichiatra al Centro di Salute Mentale di Pregiato, che lancia una proposta (da discutere nei prossimi giorni) in cui sollecita la Giunta a potenziare le azioni rivolte a sostegno delle donne vittime di violenza ed invita il sindaco a porre questo obiettivo tra le priorità per quel che riguarda le azioni politiche di uguaglianza e pari opportunità, al fine di una corretta e sana integrazione.
L'iniziativa prende le mosse dal drammatico episodio di domenica, quando una ragazza ucraina di 21 anni è stata vittima di un tentativo di violenza ad opera di un cavese suo coetaneo, Gianpaolo Buoninconti, arrestato nella stessa serata dalla Polizia. Lunga sarebbe la lista dei casi che non vengono denunciati per paura. «Non conosco l'episodio di domenica, ma sono tante le storie che abbiamo raccolte - prosegue la dott.ssa Caldarese - Qualche mese fa un collega del Pronto Soccorso mi ha raccontato dell'arrivo in ospedale di una giovane donna ucraina, completamente nuda, che raccontava di essere stata vittima di una violenza di gruppo. La giovane, in evidente stato di choc, era stata violentata a turno da un gruppo di ragazzi intenzionati a "castigarla" come ripetevano».
E continua: «Molto spesso la disponibilità delle ragazze straniere, frutto di situazioni economiche disagiate ed anche di un retaggio culturale ancora fortemente maschilista, alimenta facili pregiudizi. Una forma di razzismo con cui si finisce con il farle diventare il capro espiatorio di gran parte dei matrimoni allo sfascio». Secondo l'esperta cavese, molte di queste donne non denunciano per paura, si chiudono a riccio anche a causa di una scarsa integrazione con la realtà in cui vivono. Pericoli e rischi, secondo la pischiatra cavese, sono in agguato anche per i ragazzini extracomunitari fermi ai semafori, facili preda di malintenzionati.
«Mi pare che ce ne sia abbastanza per giustificare l'inserimento di questo triste fenomeno tra le priorità dell'attività dell'Amministrazione e dei Servizi sanitari territoriali», chiede la Caldarese, invitando la Giunta comunale ad avviare un progetto in tal senso. «C'è bisogno della collaborazione di diverse professionalità - precisa - Un sostegno psicologico, ma anche legale per molte di loro, che vivono spesso in una situazione di clandestinità. Donne e bambini che hanno bisogno di aiuto, noi non possiamo sottrarci». Gli interventi possono essere di semplice ascolto, di consulenza, di sostegno a vari livelli, fino all'accoglienza.
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