Tu sei qui: Cronaca"Una famiglia vera per Beatrice"
Inserito da (admin), mercoledì 16 novembre 2005 00:00:00
Ha appena 4 mesi e si chiama Beatrice. Una bimba paffutella, condannata ad una vita da diversamente abile, dopo che una malattia prenatale, la spina bifida, le ha causato danni permanenti al midollo spinale. E non basta: il papà e la mamma l'hanno abbandonata a poche ore dal parto. Nonostante il duplice intervento neurochirurgico subìto, Beatrice sarà condannata alla paralisi dal busto in giù. Ora la piccola, grazie all'intervento del Tribunale dei Diritti dei Minori, è stata accolta nella casa-famiglia di Sant'Egidio del Montalbino, gestita dall'associazione "Progetto Famiglia". Ma è in cerca di una famiglia vera: genitori adottivi disposti ad accoglierla ed amarla, pur conoscendo il suo dramma ed il suo crudele destino. È partita così, con un semplice passaparola, una gara di solidarietà che è giunta anche a Cava. Giovani cavesi, impegnate in un master per educatrici organizzato dalla stessa associazione "Progetto Famiglia", si stanno adoperando per trovare una casa ed affetti sinceri a Beatrice. Cuffietta, tutina e copertina rigorosamente in rosa, fino ad oggi la piccola ha contato sulle cure delle operatrici del centro. Racconta Simona Ronca, laureata in Scienze dell'Educazione ed oggi impegnata nel master organizzato da "Progetto Famiglia": «È circondata da tanto amore. Le case-famiglia, a differenza dei vecchi orfanotrofi, tendono a ricreare un ambiente "vicino" a quello naturale, per prevenire possibili traumi e consentire un buono sviluppo psico-fisico». Con Beatrice ci sono altri bambini sfortunati. Tante storie di ragazzi con famiglie disagiate, che vengono affidati in maniera temporanea a nuovi genitori. Lo scopo è assicurare ai piccoli un ambiente sano e seguirli sino ad un loro possibile rientro nel nucleo familiare di origine. «La nostra associazione - spiega il presidente Marco Giordano - è nata nel 1994 come associazione di volontariato per dare assistenza alle famiglie disagiate, ed in particolare come centro per la cosiddetta procreazione assistita e l'Ivg (interruzione volontaria della gravidanza). Una maniera per offrire delle alternative a chi aveva deciso di porre fine alla propria gravidanza. In questi anni la nostra associazione è cresciuta. Oggi conta ben tre case famiglia per l'affido, a Nocera, Episcopio e Striano». Attualmente "Progetto Famiglia" cura ben 13 affidi (tuttora in corso): 30 sono le famiglie affidatarie, coppie con figli che sono disposte ad accogliere per un periodo limitato (tra i 2 ed i 3 anni) un bambino cui la famiglia naturale non riesce ad assicurare le cure ed un'assistenza adeguata. «I bambini arrivano da noi grazie ad una fitta rete di relazioni, che ci vede lavorare in sinergia con i Servizi sociali dei Comuni e degli ospedali ed il Tribunale dei Minori. Nelle nostre case famiglia opera un'équipe di esperti, psicologi, assistenti sociali», spiega Giordano. Attiva sul territorio con campagne di sensibilizzazione, progetti internazionali e l'organizzazione di master per la formazione, l'associazione vede come suo primo impegno la ricerca di famiglie. Cuori forti, capace di superare le diversità fisiche ed i labirinti della burocrazia per amare piccoli bisognosi di cure amorevoli, proprio come Beatrice.
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