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Cronaca

Ultrà di nuovo assolti dal Tar

Inserito da (admin), venerdì 8 febbraio 2008 00:00:00

"Assolti", per la seconda volta nel giro di qualche mese, dal Tribunale amministrativo regionale (I Sezione), i 5 ultrà, tifosi della Cavese, potranno rifare ingresso negli stadi e seguire la squadra del cuore negli incontri di campionato, Coppa Italia ed amichevoli. Il verdetto del Tar, pubblicato ieri, ha annullato i decreti che il questore Vincenzo Roca ha emanato il 12 ottobre 2007. Ad opporsi, con le carte bollate, ai "Daspo" (acronimo di divieto di accedere a manifestazioni sportive) sono stati Francesco Siani, di 39 anni, Terenzio Giordano, di 27 anni, Roberto Coda, di 26 anni, Alfredo Mazzei, di 31 anni, e Carmine Fierro, di 20 anni, tutti residenti a Cava de'Tirreni.

Le motivazioni della sentenza non sono ancora note, perché il Tribunale ha reso noto per il momento solo l'esito ("accolto") del ricorso collettivo, che è stato discusso nell'udienza del 10 gennaio. I 5 ultrà sono stati denunziati, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica in quanto ritenuti responsabili, dal Commissariato di Cava, dei reati di riunione in luogo pubblico non autorizzata, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, istigazione a delinquere, radunata sediziosa, accensioni ed esplosioni pericolose e blocco stradale. I fatti contestati risalgono al 13 maggio dello scorso anno, quando allo stadio "Simonetta Lamberti" di Cava si disputò, a porte chiuse per motivi di ordine e sicurezza pubblica, l'incontro di calcio Cavese-Salernitana, conclusosi con il risultato di parità (1-1).

A seguito della denunzia all'autorità giudiziaria, il questore aveva disposto il divieto, per 2 anni e 8 mesi, di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni calcistiche. Gli ultrà dovevano presentarsi al Commissariato, 30 minuti dopo l'inizio del primo tempo e 30 minuti prima della fine del secondo tempo, in occasione di ogni partita della Cavese, sia in casa che fuori casa. Dopo la comunicazione di avvio del procedimento amministrativo, gli uffici della Questura avevano negato l'accesso agli atti all'avv. Mario Secondino, estensore anche del ricorso, in quanto il procedimento trae origine da un'informazione di reato trasmessa all'autorità giudiziaria, coperta da segreto istruttorio. Una precedente sentenza del Tar aveva annullato i provvedimenti firmati il 24 agosto 2007 dal questore per violazione della normativa sulla trasparenza (legge 241/1990), che impone proprio la preventiva comunicazione dell'avvio del procedimento agli interessati.

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