Tu sei qui: CronacaTruffa Patto, indagati Messina e Ferraioli
Inserito da (admin), mercoledì 14 febbraio 2007 00:00:00
Conclusa l'inchiesta sulla presunta truffa nell'ambito del Patto Territoriale Costa d'Amalfi. Il sostituto procuratore Gabriella Nuzzi ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini a Raffaele Ferraioli, Alfredo Messina, Marisa Cuomo, Ezio Bersano, Andrea Cuomo, Antonio Ferraioli ed Aniello Lanzara. Il reato ipotizzato è la truffa, contestata a ciascuno degli indagati in relazione ai diversi ruoli ricoperti, alle incompatibilità riscontrate tra i diversi incarichi.
Secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbero stati chiesti ed ottenuti finanziamenti sulla base di documentazioni anche fiscali false, attestati lavori mai realizzati, mentre sarebbero stati omessi in altri casi gli atti autorizzativi necessari a dimostrare la conformità di lavori agli standard urbanistici delle opere oggetto del programma di investimento. Una lunga sfilza di accuse in merito alla gestione del Patto Territoriale. Raffaele Ferraioli è accusato per le attività svolte in qualità di presidente ed amministratore delegato dal 2001 al 2005 della società Sviluppo Costa d'Amalfi, che ha gestito il relativo Patto. Gli si contesta l'incompatibilità tra queste cariche e le altre di consigliere comunale, sindaco di Furore all'epoca dei fatti e presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana, entrambi enti sottoscrittori del Patto. Alfredo Messina, invece, era vice-presidente e contemporaneamente anche sindaco del Comune di Cava de'Tirreni, che aveva sottoscritto il Patto Territoriale in questione.
Ci sono poi gli imprenditori, come Marisa Cuomo, cognata di Ferraioli, indagata in qualità di socia ed amministratrice della Vini Gran Furor Divina Costiera srl, Ezio Bersano ed Andrea Cuomo nelle qualità rispettivamente di amministratori della O.M.B. Officina Meccanica e della Cuomo Giuseppe & fratelli snc, Antonio Ferraioli come socio della FER.GA. Una società in cui Raffaele Ferraioli avrebbe avuto una propria partecipazione pari al 50%, che avrebbe nascosto attraverso una cessione delle quote ai parenti. C'è poi Aniello Lanzara, socio di maggioranza ed amministratore della Immobiliare Casa Romana, operante nel settore turistico alberghiero, oltre che socio ed amministratore della Falpec. Anche ad Antonio Ferraioli si contesta anche di non aver presentato le autorizzazioni per i lavori nell'albergo Antica Hostaria da Bacco.
A Marisa Cuomo vengono effettuate anche ulteriori contestazioni, anzitutto di aver dichiarato nel modulo per ottenere il finanziamento dati falsi o incongruenti, tra cui ci sarebbe anche quello relativo all'incremento della produzione del vino "Rossi Riserva". Successivamente, per ottenere un ulteriore finanziamento, avrebbe venduto la sua ditta individuale ad una società di cui era amministratrice unica. Ai diversi imprenditori coinvolti viene contesto l'utilizzo di varie fatture false. L'inchiesta ora conclusa ha suscitato scalpore nell'estate di due anni fa, quando ci furono una serie di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza. In quel momento si è avuta conoscenza di un filone investigativo sul Patto Territoriale Costa d'Amalfi. In pratica, l'indagine rappresenta una costola di quella più ampia, chiusa alla fine dello scorso anno, sul Furore Inn Resort.
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