Tu sei qui: CronacaTragedia di Balvano, un commovente film per non dimenticare
Inserito da (admin), martedì 31 marzo 2015 00:00:00
La proiezione di un mediometraggio di 33 minuti per non dimenticare quanto accaduto la notte del 3 marzo 1944, oltre 70 anni fa, nella galleria delle Armi, posta tra Balvano e Bella di Muro Lucano di Potenza. Venerdì 27 marzo, in un’uggiosa serata, nell’ampio salone del Club L’Orizzonte di Passiano, del Presidente Raffaele Narbone, si è tenuta la proiezione dell’emozionante film che ha ripercorso con scene d’ogni giorno (per quei tempi), racchiuse in micro storie, con un finale drammatico, la macro storia dell’ecatombe ferroviaria mondiale dei primi anni Quaranta del Novecento.
Il treno 8017 era costituito da una motrice e 47 vagoni merci, partito da Napoli alla volta di Potenza. A Salerno, stante la non elettrificazione della tratta, vennero poste a traino due locomotive a vapore, una delle quali destinata alla stazione di Potenza. Alle 0.50 di venerdì 3 marzo 1944, nella ripida “galleria delle Armi”, lunga 1.968 metri, sita tra Balvano e Bella di Muro Lucano (Potenza), per la forte umidità sui binari, le ruote delle motrici slittando, sebbene spinte al massimo, non riuscirono a far uscire i vagoni dal tunnel, uccidendo perché intossicati dal monossido di carbonio 521 passeggeri (di cui 35 cavesi), 8 militari e 7 ferrovieri.
Un film mozzafiato, che ha fatto accapponare la pelle a tutti gli spettatori, che in assoluto silenzio hanno faticato a trattenere le lacrime. L’applauso finale ha rotto l’incantesimo e le testimonianze di Giuseppe Esposito, autore della filmata rievocazione, quella del passianese Saverio Di Salvatore, che quella “maledetta notte” perse due suoi fratelli, Antonio e Vincenzo, entrambi recatisi nel potentino per approvvigionarsi di alimenti per la famiglia, e quella dell’attrice cavese Carolina Damiani, che ha magistralmente interpretato la struggente scena della giovane Maria, morta anch’essa intossicata dalla venefica esalazione, e nel breve prologo del noto attore Carlo Croccolo, ha consentito ai vertici del Dopolavoro Ferroviario di Salerno, presenti in sala, di confermare il loro impegno nel proseguire nella divulgazione del film “Volevo solo vivere”, perché non sia dimenticata la più tragica pagina di storia ferroviaria del mondo.
Livio Trapanese
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