Tu sei qui: CronacaTentata estorsione, 4 arresti
Inserito da (admin), mercoledì 2 gennaio 2008 00:00:00
Da Acerra a Cava de'Tirreni per tentare un'estorsione ad un imprenditore napoletano che sta costruendo dei parcheggi interrati, con al di sopra dei giardini, nella città metelliana. 4 gli arrestati, due dei quali ritenuti affiliati al clan Crimaldi di Acerra, nell'operazione "Strike" dei Carabinieri cavesi. A finire in manette Crescenzo De Rosa di 32 anni (detto "'o cafone"), Salvatore Rossi di 30 anni - due esponenti di spicco del clan Crimaldi, come li ha definiti il maggiore Massimo Cagnazzo, comandante la compagnia dell'Arma a Nocera Inferiore - Giovanni Foresta di 36 anni ed il moldavo Alessandro Vornicov di 27 anni, tutti residenti ad Acerra.
Il 21 dicembre scorso, un costruttore - la cui ditta ha sede legale a Napoli e quella operativa nella provincia partenopea - ha ricevuto presso il suo cantiere di Cava una richiesta estorsiva di 10mila euro, per garantirgli un tranquillo prosieguo dei lavori. Dopo tre giorni, lo stesso imprenditore (il cui nome è riservato per motivi di sicurezza) ha ricevuto una telefonata negli uffici della sua sede operativa con la medesima richiesta di pizzo. Il 26 dicembre, il coraggioso titolare d'impresa si è presentato ai Carabinieri di Cava ed ha denunciato quanto gli stava accadendo. Gli uomini del maresciallo Paolo Mannino, con le sole forze della Stazione, hanno iniziato le indagini. Nella mattinata del 31 dicembre scorso, in via XXV Luglio, i Carabinieri si sono appostati mentre in strada c'era l'imprenditore in attesa degli estorsori. Da una Volvo con 4 persone a bordo sono scesi due uomini (Crescenzo e Rossi), che si sono avvicinati e poi appartati con la vittima. A questo punto i militari sono intervenuti ed hanno bloccato i 4 di Acerra.
Le indagini, dirette dal pm Cassaniello della Procura di Salerno, continuano per accertare se gli arrestati abbiano commesso altre estorsioni a Cava o in altri Comuni e se abbiano complici. Durante la conferenza stampa di ieri mattina, i Carabinieri hanno escluso che gli attentati di queste settimane perpetrati nella città metelliana abbiano a che fare con la tentata estorsione scoperta il 31 dicembre, né che per quest'ultima ci sia un basista cavese. I 4 acerrani arrestati sono conosciuti alle Forze dell'Ordine. De Rosa e Rossi hanno precedenti di Polizia e sono ritenuti affiliati al clan Crimaldi, organizzazione tra le protagoniste della sanguinosa guerra di camorra degli anni '90 nella provincia di Napoli.
Il 20 dicembre scorso, un giorno prima del tentativo di estorsione a Cava, i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno arrestato ad Acerra 4 presunti affiliati al clan Crimaldi (tre acerrani ed un tunisino) per un analogo episodio ai danni di un imprenditore lattiero-caseario di Caserta, mentre nelle stesse ore, ma per motivi diversi, è stato fermato dalla Polizia Cuono Crimaldi di 53 anni, ritenuto capo dell'organizzazione. L'estorsione tentata dai 4 arrestati è detta del tipo "light", leggera. Pochi soldi da chiedere a più imprenditori (sui 10mila euro) per scoraggiarli dal rivolgersi ai Carabinieri, somme di denaro che qualche vittima recupera con la soprafatturazione nella sua attività. Questa volta gli estorsori si sono trovati di fronte ad un coraggioso costruttore e ad una brillante operazione dei Carabinieri.
Il sindaco: «Il Comune parte civile nel processo»
Un plauso alle Forze dell'Ordine ed in particolare ai militari dell'Arma ed una dichiarazione di guerra contro i malavitosi del Napoletano e dintorni che cercano di attaccare la città. È questo in pillole il contenuto delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Luigi Gravagnuolo e dall'assessore alla Sicurezza, Alfonso Senatore, nel corso della conferenza stampa programmata per diramare le notizie sugli arresti dei 4 presunti estorsori. Nonostante il giorno di festa, il primo cittadino ed il delegato alla Sicurezza non sono voluti mancare a quella che da loro stessi viene definita come un'operazione importante dal punto di vista repressivo, vista la cattura di 4 malviventi, ma anche in termini di prevenzione.
«L'Amministrazione comunale - dice il sindaco Luigi Gravagnuolo - si costituirà parte civile nei processi contro i 4 presunti estorsori». Gravagnuolo ha precisato che, qualora il prosieguo dell'inchiesta dovesse portare alla scoperta della presenza di possibili basisti cavesi, l'Amministrazione userà lo stesso pugno di ferro. «Non faremo distinzioni nei confronti di questa "gentaglia"». Un plauso alle Forze dell'Ordine, ed in particolare ai Carabinieri della Stazione di Cava e della Compagnia di Nocera, arriva anche dall'assessore alla Sicurezza, Alfonso Senatore: «Eravamo certi degli ottimi risultati che a giorni le Forze di Polizia, ed in questo caso i Carabinieri, stavano per raggiungere. Non finiremo mai di ringraziarli per il loro impegno e la meticolosità che mettono nel loro lavoro».
L'ingerenza della malavita partenopea nel territorio cavese era saltato fuori già da diversi mesi, in particolare dall'estate scorsa, quando in città si è registrata una lunga striscia di attentati incendiari. Lo stesso sindaco Gravagnuolo aveva rassicurato più volte la cittadinanza, confidando nel buon lavoro delle Forze di Polizia e della magistratura, chiedendo peraltro una maggiore collaborazione da parte delle vittime. «Non vorrei essere confuso con Alì, quel ministro dell'Informazione del regime di Saddam che a Bagdad, con le truppe americane sotto il balcone, affermava che l'esercito iracheno aveva ricacciato indietro l'invasore - aveva detto Gravagnuolo - Eppure, devo confermare che i dati generali sulla sicurezza in città sono confortanti. Certo, c'è una banda che cerca di conquistare terreno per pratiche estorsive. Confido che presto tutti i componenti saranno assicurati alle patrie galere».
L'isola felice non è scomparsa, secondo Alfonso Senatore: «Io non ho paura di far uscire le mie figlie di sera, ci sono fatti che rientrano nella fisiologia di una comunità. Si tratta di malanni, non certo di un cancro che attanaglia, corrode e soggioga una comunità. La sicurezza è una cosa seria, sulla quale c'è bisogno di un lavoro continuo ed assiduo, ed è quello che la nostra Amministrazione sta facendo. Nessun allarmismo sociale, ma massima attenzione. Abbiamo fiducia nella magistratura e nelle Forze dell'Ordine, dalle quali ci attendiamo delle risposte veloci ed efficaci per stroncare sul nascere ogni velleità di qualche malintenzionato».
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