Tu sei qui: CronacaTemperature record nel 2016: il riscaldamento globale continua e l'Antartide scompare
Inserito da (ilvescovado), martedì 15 novembre 2016 09:51:50
Il 2016 è sulla strada per diventare l'anno più caldo della storia del pianeta, superando il record che era già stato stabilito per l'anno 2015. A rivelarlo, in occasione della Conferenza Onu sul clima di Marrakech (Cop22), l'agenzia meteorologica delle Nazioni Unite, la WMO, secondo cui la temperatura globale nel 2016 è di 1,2 gradi superiore ai livelli pre-industriali. Il fenomeno di El Niño, che ogni cinque anni provoca un forte riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale (America Latina) nei mesi di dicembre e gennaio, ha contribuito a questo risultato, ma la causa principale secondo l'agenzia rimangono i gas serra prodotti dall'attività umana.
«Un altro anno, un altro record - ha commentato il segretario generale della WMO, Petteri Taalas -. Le alte temperature che abbiamo visto nel 2015 si avviano ad essere superate nel 2016. Il calore supplementare del potente Niño è sparito. Il caldo dal riscaldamento globale continuerà».
«In parti della Russia Artica, le temperature sono dai 6 ai 7 gradi sopra la media di lungo periodo - ha aggiunto Talaas -. Eravamo abituati a misurare le temperature da record in frazioni di gradi, ma questa è un'altra cosa. A causa del cambiamento climatico, la frequenza e l'impatto degli eventi estremi sono aumentati. Le ondate di calore e le inondazioni che una volta avvenivano una volta a generazione, stanno diventando più regolari. L'aumento del livello dei mari ha aumentato l'esposizione alle tempeste associate ai cicloni tropicali».
E l'Antartide è in una fase di declino irreversibile. Dalle ultime foto aeree fatte dalla missione IceBridge della Nasa, giunta al suo ottavo anno, è evidente che la parte occidentale, in particolare la piattaforma di ghiaccio Getz, «sta subendo uno dei più alti tassi di scioglimento di tutto l'Antartide», spiega Nathan Kurtz, uno dei ricercatori del progetto.
Le foto, scattate il 5 novembre scorso, mostrano il processo di spaccatura e svuotamento di parte del ghiacciaio, destinato a diventare un iceberg, e mostrano una rete di profondi crepacci che si espandono sempre di più. Le immagini non fanno che confermare quanto emerso da due studi condotti dalla Nasa e dall'università della California a Irvine (Uci), che hanno rilevato il ritiro dei ghiacciai nell'Antartide occidentale al tasso più veloce di sempre. Nello studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, i ricercatori hanno visto che il ghiacciaio Smith si è ritirato di 2 chilometri l'anno dal 1996, il Pope di 0,5 chilometri l'anno, e il Kohler di 2 chilometri dal 2011.
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