Tu sei qui: CronacaSicurezza, ‘Polis' chiede l'attivazione delle telecamere
Inserito da Mariarosaria Della Monica (admin), venerdì 23 aprile 2004 00:00:00
Polis interviene attraverso il proprio Coordinatore, dott. Enzo Gallo, ed il suo vice, Domenico Campeglia, in merito alle ultime problematiche, politiche e non, verificatesi in città. «Quale Coordinatore di "Polis" - sottolinea Enzo Gallo - confermo la nostra posizione, già espressa, relativamente al problema delle antenne, considerato il nostro unico scopo di difendere i cittadini da tutto e da tutti, ma nell'ambito della lealtà politico-personale, senza voler entrare nel merito di eventuali censure o non, perché noi, per quanto ci riguarda, non ci sentiamo e non ci faremo mai censurare da chicchessia. Ma passiamo ad un altro problema che sta affliggendo la città, di cui noi, propositivamente, avevamo lanciato l'allarme all'amministrazione Messina. E cioè quello della criminalità che sta affliggendo la nostra città. Se è pur vero che la delinquenza, e specie la micro-ciminalità, è un problema italiano, è anche vero che le nostre battaglie, volte ad un'identità della città, all'occupazione giovanile ed al recupero dei cavesi, non certamente risolverebbero del tutto il problema, ma ne sarebbero una buona panacea. In merito all'installazione o meno di telecamere di controllo, per evitare questi episodi di delinquenza, parlerà più ampiamente Domenico Campeglia». «Da diversi anni le famose telecamere di controllo - sottolinea Domenico Campeglia - sono state installate nella nostra città, ma, fino ad oggi, non sono state mai attivate. Noi riteniamo che l'attivazione delle stesse, anche se può dare fastidio, giustamente, al cittadino per bene per la sua privacy, sia l'unico strumento, in questo momento, in grado di aiutare le forze dell'ordine che, encomiabilmente, svolgono il proprio ruolo. Il fenomeno di questa accresciuta delinquenza, ripeto, come accennato dal nostro Coordinatore, interessa l'Italia intera ed in più parti si stanno attivando, sia attraverso l'assunzione di vigilantes da parte dei commercianti, sia attraverso l'uso di telecamere, appunto, per porvi rimedio. La privacy è un falso problema e vediamo perché. Di sicuro le risposte che si cercano riguardano le seguenti domande: che fine fanno le immagini registrate? Per quanto tempo possono essere conservate e chi può vederle? Ed essere osservati ci rende davvero più sicuri? Insomma, le telecamere sono davvero utili? Si stima che in Italia ci sia circa un milione di telecamere, che riprendono ed archiviano immagini 24 ore su 24. Ancora poche se confrontate ai 4 milioni attive nel Regno Unito. Grazie agli occhi elettronici del sistema Securshop (avviato a Milano nel giugno del 2003), la Questura milanese ha catturato malviventi ed azzerato i reati in tutti i negozi che hanno aderito al progetto. Dunque, perché non lavorare per dotare anche la nostra città di un progetto simile, considerato che i commercianti, ma anche i semplici cittadini, lo richiedono a gran voce? Ma anche senza Securshop le telecamere piazzate in punti strategici sono utilissime. Quando viene ricevuta denuncia di una rapina, il sistema acquisisce automaticamente le immagini delle zone vicine al luogo del reato, seguendo gli spostamenti dei malviventi. Inoltre, un sistema del genere potrebbe "bonificare" varie zone metelliane dal fenomeno dello spaccio della droga. Rispetto alle suddette domande possiamo dire che nessun limite viene posto alla privacy, se viene mantenuto il diritto ad essere informati di quanto succede, questo in conformità a quanto dispone la legge numero 196 del 2003. Legge che impone un cartello ben visibile vicino ad ogni telecamera, che informi il cittadino sull'uso che viene fatto delle immagini. In definitiva, il garante ha già legiferato in materia ed i risultati, confortanti e deterrenti, che arrivano dalle metropoli italiane devono indurre i nostri amministratori ad accelerare i tempi, recependo così le istanze di una grossa fetta della cittadinanza cavese. Atteso anche quanto dichiarato dal Sindaco di San Benedetto Belbo, paesino del Cuneese, che da tempo ha, con successo, attuato l'uso delle telecamere. Sindaco che ha testualmente dichiarato: "Il sistema ideato a San Benedetto rileva automaticamente i movimenti ed invia le immagini ad un server remoto che le archivia 7 giorni, così come prevede la normativa, protette da un opportuno sistema di sicurezza anti-intrusione. Se nessuno chiede di vederle, e per farlo deve denunciare il furto, allo scadere del settimo giorno le immagini si autodistruggono"».
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