Tu sei qui: CronacaSi indaga sul "santone" dei container
Inserito da (admin), venerdì 15 aprile 2005 00:00:00
Rapporti tra minori, adulti e sette religiose. La Procura di Salerno ha aperto ufficialmente un fascicolo su Giovanni Milito, il 43enne residente nel campo prefabbricati di via Luigi Ferrara, a Pregiato, e conosciuto come il "santone". L'inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore, Rocco Alfano, che ha interrogato i due ragazzi subito dopo il loro ritrovamento. Ancor prima di riabbracciare i genitori, una pattuglia della Polizia ha accompagnato Daniele ed Anilo a Palazzo di Giustizia. Ad attenderli il pm Alfano, che ha ascoltato i ragazzi separatamente, per evitare che si influenzassero a vicenda. L'interrogatorio è durato un paio di ore, ancora top secret il contenuto. Dalle prime indiscrezioni, sembra che il pm Alfano abbia cercato di scoprire la natura del legame che lega i due giovani a Giovanni detto il "fariseo". Già nel corso dell'interrogatorio alla Stazione metelliana dei Carabinieri, l'uomo avrebbe confessato di incarnare il Messia e che i suoi apostoli sarebbero stati Daniele ed Anilo. Il santone avrebbe anche riferito che i due ragazzi si trovavano a 200-300 chilometri da Cava e che avrebbero fatto ritorno nel giro di due giorni. Ora gli inquirenti cercano di scoprire se è stato l'uomo a spingerli verso quel percorso spirituale che li ha portati in Calabria. Ma non basta. Sembra che i due abbiano dormito in albergo. Questa eventualità potrebbe provare la presenza di un adulto, qualcuno che avrebbe garantito per loro. Daniele ed Anilo sono stati sottoposti ad esami del sangue e visita medica, diretti a verificare l'assunzione o meno di sostanze stupefacenti ed eventuali abusi o violenze. Nelle prossime ore potrebbero saltare fuori nuovi particolari.
In festa compagni e prof del Liceo
Dopo la paura, una gioia incontenibile. La notizia del ritrovamento di Anilo e Daniele, giunta nelle aule del Liceo Classico "Marco Galdi" nella mattinata di ieri, è stata accolta da un lungo applauso. «È la liberazione da un incubo», gridano all'unisono gli amici di classe. Il timore era grande, anche dopo le voci che si erano diffuse sulla loro presenza in un'area tra Diamante e Matera. «Siamo felici - afferma la preside Raffaella Persico - perché si è conclusa una vicenda che ci aveva profondamente colpiti. Siamo tutti impegnati sia nel capire il senso del gesto che nel ricreare condizioni di serenità e di grande disponibilità».
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