Tu sei qui: CronacaSequestro Antonelli, in manette i colpevoli
Inserito da (admin), martedì 6 luglio 2004 00:00:00
Gli offrirono una bottiglia di birra contenente una massiccia dose di sonnifero, lo convinsero a salire sulla loro auto, lo sequestrarono e lo derubarono, portandogli via oggetti d'oro e contanti. La vittima, l'ambulante Eduardo Antonelli, noto in città per la sua accesa passione per il calcio e la Cavese, fu ritrovato dalla Polizia su un ciglio di strada, stordito ed in evidente stato di choc. Ieri, a quasi 6 mesi da quella terribile mattina, gli agenti del Commissariato di Polizia locale hanno arrestato due pregiudicati cavesi - Gerardo Ferrara di 31 anni e Luigi Izzo di 40 anni - con l'accusa di sequestro di persona a scopo di rapina. Le indagini, coordinate in questi mesi dal vicequestore Sebastiano Coppola, hanno indotto l'autorità giudiziaria ad emettere un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due malviventi. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, la Polizia avrebbe accertato che i due sequestratori avevano fatto bere all'ignaro commerciante della birra, a cui era stata mescolata una forte dose di sonnifero. Dagli accertamenti, partiti subito dopo il ritrovamento dell'uomo, i poliziotti hanno scoperto che gli oggetti in oro, sottrattigli durante il sequestro, erano stati rivenduti dagli stessi rapinatori ad un negozio di Napoli. Una storia assurda, se si pensa che un furto di pochi euro poteva finire in tragedia. Ieri la notizia ha fatto il giro della città. Sotto i portici e nel campo container di San Pietro, dove l'ambulante abita, non si parlava di altro che della storia di Eduardo Antonelli. Il furgone del venditore, con l'inconfondibile scritta Eduardo, è parcheggiato davanti al prefabbricato 5, dove l'uomo vive insieme al figlio Carmine (gli altri sono Michela, Lucia, Antonio e Nicola) che lo aiuta nel lavoro. Antonelli è conosciuto da tutti per il tifo sfegatato che nutre per la Cavese e che lo ha portato negli anni passati ad utilizzare il suo furgone per accompagnare i giovani supporters biancoblù nelle trasferte della squadra. E non solo. È noto anche per la sua voce squillante, che attira le massaie quando staziona di quartiere in quartiere per vendere la frutta. Molti, purtroppo, ricordano anche la sua debolezza per l'alcool. Ed è stata proprio questa a tradirlo. Era il 23 gennaio scorso. «A casa - confida il figlio Carmine - me lo riportarono i poliziotti. Mi dissero di averlo trovato per strada, abbandonato e sotto choc». Quella mattina, come ha raccontato lo stesso Eduardo a suo figlio, lui si trovava in un'officina meccanica di Roccapiemonte, quando due giovani cavesi lo invitarono con un pretesto banale a bere della birra. «In quella bottiglia - continua il figlio - c'erano delle goccie di sonnifero. Mio padre perse i sensi e così fu derubato. Quando fu portato in ospedale, era in stato di choc ed anche quando si riprese disse di non ricordare bene le loro facce, se non a stento il volto di uno dei due banditi». La notizia dell'arresto dei due pregiudicati è stata accolta con sorpresa dalla stessa famiglia Antonelli, ormai convinta di non poter più recuperare il bottino. «Mio padre è sempre andato in giro con oggetti di valore. Credo che per questo sia stato preso di mira». Nella stessa mattinata di ieri i due arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Fuorni ed ora sono a disposizione dell'autorità giudiziaria.
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