Tu sei qui: CronacaScatta la caccia ai canili illegali
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 4 aprile 2002 00:00:00
Una lunga riabilitazione per curare le cicatrici e, forse, la necessità di un secondo intervento di chirurgia plastica: vanno pian pian migliorando le condizioni di Chiara Di Marino, la bambina di appena quattro anni azzannata da un pit bull durante il picnic di Pasquetta. Secondo i medici del "San Leonardo" (nella foto), la piccola è fuori pericolo. L'intervento di ricostruzione al volto, eseguito la sera stessa dell'incidente dall'èquipe salernitana (Antonio Capone, chirurgo plastico, e Pietro Montanaro, chirurgo pediatrico), è perfettamente riuscito. Chiara, dopo l'aggressione, aveva il volto squarciato da numerosi tagli, profondi come quelli di una lama. Il più grave sulla guancia sinistra, a pochi millimetri del globo oculare. L'intervento chirurgico ha consentito di ricostruire i tessuti, grazie ad una tecnica basata su sottili infiltrazioni. Ora i medici appaiono molto fiduciosi e confidano nella possibilità di riassorbimento delle cicatrici, eventualità confortata dall'età della piccola. Chiara resterà in ospedale ancora una settimana, per poi tornare a casa e provare a dimenticare la terribile disavventura. E proprio durante il lungo periodo di riabilitazione potrebbe essere deciso un secondo intervento di chirurgia plastica. Intanto, le polemiche non si placano. Torna rosso l'allarme per incontri traumatici con animali feroci anche nel cortile del vicino. Razze aggressive - si tratta in particolare di pit bull, rottweiler, dobermann e dogo argentino - che aumentano in città grazie a diverse circostanze: come status-simbol, come investimento per allevamenti clandestini o più semplicemente come moda. Il Dipartimento di Veterinaria dell'Asl Sa 1 ha avviato un serie di controlli proprio per verificare la corretta ottemperanza alle regole prescritte per queste razze di cani. Oltre all'anagrafe canina, comune a tutte i cani, si impone la registrazione dell'esemplare presso gli Uffici di Pubblica Sicurezza. In città sarebbero presenti diversi allevamenti. Alcuni, però, grazie a molti sotterfugi, sfuggirebbero ai controlli dell'autorità specie sulla provenienza degli animali e sulle loro condizioni. E tra la zona rossa figurerebbe anche Santa Lucia. Insomma, occhio ai padroni? Stessa conclusione, ma argomentazione di tutt'altro tenore, per il professore Giovanni Conti, cardiologo cavese e presidente del canile comunale: «Il pit bull, come qualsiasi altra razza, non va criminalizzata. Non esistono esemplari aggressivi, ma ciò che può renderli cattivi sono l'educazione dei padroni e le condizioni barbare in cui vengono allevati. È evidente che un cane rinchiuso 24 ore su 24, legato ad una catena in uno spazio di pochi metri, senza cibo e per di più educato alla difesa del territorio, diventi aggressivo». Insomma, anche per gli animali l'educazione previene atteggiamenti sbagliati? «L'esperienza al canile è del tutto positiva. Abbiamo avuto una decina di pit bull, ma non abbiamo avuto alcun problema. Erano tutti mansueti ed ognuno ha trovato un padrone».
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