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Cronaca

Sanità, la sfida di Polverino

Inserito da (admin), mercoledì 16 gennaio 2008 00:00:00

«Chiedo, con fermezza, che la Fisiopatologia Respiratoria venga spostata al più presto e senza ulteriori tentennamenti in altro plesso ospedaliero dell'Asl Salerno 1». È la provocazione che lancia il primario Mario Polverino. La lettera che l'ex direttore sanitario del "Santa Maria dell'Olmo" ha indirizzato al manager dell'Asl, Giovanni Russo, ai direttori sanitario ed amministrativo dell'Azienda di via Ricco ed al sindaco di Cava è la risposta ai veleni sulla Fpr venuti fuori anche nell'ultima seduta del Consiglio comunale sulla sanità. Per spiegare i motivi Polverino ripercorre la storia degli ultimi 25 anni dell'ospedale, a partire dagli anni '90, quando si avvertì che il plesso sarebbe stato considerato prima o poi inidoneo per lo sviluppo delle attività assistenziali e si incominciò a parlare di secondo polo ospedaliero.

«Furono avanzate una serie di proposte - ricorda - fra queste l'Acismom (struttura donata da Mario Amabile, in cui dovevano essere previste Fisiopatologia, Geriatria e Riabilitazione neuromotoria) ed un secondo polo dove potessero trovare sistemazione una parte delle attività». Nel '93, per avviare il processo, dopo l'ok dei primari, Polverino si portò all'Acismom con l'intesa che, se il progetto fosse fallito, sarebbe tornato all'ospedale. Le stanze del S. Maria furono subito occupate da altri e gli accordi disattesi, gli appelli a tornare in ospedale rifiutati. «Allora decisi di trasferirmi a Nocera, ma mi fu rinfacciato che abbandonavo la barca che affondava. Non seppi resistere e continuammo a lavorare sul progetto», continua Polverino, che da direttore sanitario lanciò la riorganizzazione ospedaliera mediante aree funzionali omogenee.

«Gli ostacoli vennero ancora una volta da alcuni primari e da unità operative che avrebbero poi pagato un caro prezzo, come Otorinolaringoiatria, Geriatria, Urologia e Pediatria: il progetto fu respinto». Ed aggiunge: «Da direttore sanitario mi rifiutai di avallare operazioni miranti a promuovere dei dirigenti "cari" al potere di turno e non finalizzate ad un effettivo progetto assistenziale di utilità per la città. La "casta" non mi perdonò quell'affronto e qualcuno chiese le mie dimissioni, asserendo che "operavo a danno della sanità cavese"». La storia della Ftr attraversa quella dell'ospedale. Pur operando in difficoltà, è dal 1989 Centro Regionale ad Alta Specializzazione, polo didattico delle scuole di specializzazione e punto di riferimento per programmi di ricerca di diverse Università in Italia.

«Tappe importanti, malgrado le difficoltà, quelle che riscontriamo tuttora - ammonisce Polverino - Notevoli sono i problemi strutturali, i continui ed improvvisi black-out di energia elettrica che mandano in tilt le apparecchiature, la mancanza di acqua calda e l'isolamento telefonico, a cui si aggiunge quello professionale che si ripercuote nella difficile gestione di pazienti gravi». Situazioni affrontate, fa rilevare il primario, «con una gestione oculata delle risorse e dei ricoveri». Polverino non tollera più che «la lettura (artatamente?) sbagliata di alcuni dati si ritorca proprio contro chi è vittima di una situazione logistica non più gestibile». L'unica soluzione? «Spostare Fpr al più presto, in modo da operare in una struttura decorosa e con tutte le garanzie assistenziali per i pazienti».

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