Tu sei qui: CronacaSaccheggiata la chiesa di Dupino
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 12 novembre 2001 00:00:00
Furto sacrilego alla chiesa di S. Nicola di Dupino: valore oltre i duecento milioni. Trafugati in piena notte alcuni oggetti preziosi e di grande valore artistico. Ancora nel mirino dei ladri il ricco patrimonio artistico religioso della Diocesi di Cava. Hanno il sapore dei furti su commissione. È stato mirato, infatti, il trafugamento notturno. Erano le prime luci dell'alba quando il parroco don Emilio Papa si è portato in chiesa per la celebrazione della santa messa. Apre e si accorge che la porta che conduce al campanile è socchiusa; va avanti verso l'altare e si avvede con stupore della scomparsa degli angeli sull'altare maggiore e su quello di S. Giacchino e Sant'Anna e dell'aquila bicipite del pulpito. Si accascia sulla panca. Osservando lo sfregio, prova un grande dolore. Si fa coraggio ed ispeziona tutta la chiesa. E subito si rende conto della dinamica della vicenda e non può fare altro che constatare il gravissimo danno arrecato al patrimonio della chiesa.
Un'offesa alla comunità
«La scomparsa degli angeli, ben sette, e soprattutto quella dell'aquila bicipite di grande valore sono un'offesa alla nostra comunità, ma anche un danno economico forte», dichiara don Emilio, che non si dà pace. Immediata la denuncia al comando della caserma locale dei carabinieri, che, dopo un sopralluogo, hanno avviate le indagini. Che cosa hanno sottratto? Due angeli del '700, posti alla base della statua di Gioacchino e Sant'Anna, situata nell'annesso monastero di Sant'Antonio e regalata dalla regina Margherita quando venne a Cava il 2 giugno 1880; tre angeli di marmo del '700, posti al centro dell'altare di Sant'Anna, e due angeli in adorazione al tabernacolo, fine '800; l'aquila bicipite indorata in oro zecchino del '500, raffigurante la storia del vescovo S. Nicola. E forse non hanno potuto smontare l'altare del '700 perché, probabilmente, disturbati. Ma come è stato possibile? Né la porta centrale né quella del retro presentano effrazioni. Molto probabilmente uno dei ladri nella serata si sarà nascosto sul campanile ed ha atteso la notte per scendere ed aprire la porta che dalla sacrestia porta su di un ballatoio. E così hanno potuto lavorare indisturbati e poi allontanarsi, scendendo con una scala ed attraversando un terreno sottostante la sacrestia. «Si sarà nascosto dopo la celebrazione della messa serotina, mentre ero in sacrestia. Ho fatto anche il giro e non mi sono accorto di niente: era stato tutto studiato», cerca di darsi una spiegazione il parroco. La chiesa di S. Nicola è una delle più antiche della vallata metelliana. La primitiva chiesa era antichissima: se ne parla in un diploma del ‘795. Quella attuale fu costruita di sana pianta nel 1707. Nel corso dei secoli fu arricchita di opere pregevoli: ricordiamo sull'altare di S. Caterina una tavola pregevolissima, il trittico di S. Nicola, il quadro di S. Francesco Saverio del '700, il battistero in marmo settecentesco ed infine il pulpito, che è un lavoro del '500. Accanto alla chiesa, in una sala del vecchio monastero, è installato l'artistico presepe mobile con pastori del settecento. «Tutto è a rischio, eppure abbiamo adottato tutti gli accorgimenti possibili. Questo è senza dubbio un furto su commissione. Hanno sottratto gli angeli, chissà quale villa dovranno adornare», conclude il parroco, che ha dedicato tutto la sua vita ed il suo patrimonio al recupero della chiesa e della congrega ed ha avviato una forte rinascita della comunità religiosa, che si è stretta intorno al parroco. «Ci sentiamo tutti feriti» sbotta un fedele. Intanto, il furto ha suscitato viva preoccupazione negli ambienti della Curia. Troppi i danni subiti in questi anni: basti ricordare quelli perpetrati nel Duomo, nella chiesa di Passiano ed a S. Francesco. Emblema dell'incuria del tempo e della mano sacrilega dell'uomo è la chiesa di Vetranto a Castagneto. Sono in piedi solo le mura, poi tutto è scomparso. E non passerà tempo che le stesse mura non resisteranno all'offesa del tempo.
«Aiutateci a ritrovarli»
Don Emilio Papa, 65 anni, parroco a Dupino da moltissimi anni. Un parroco alla don Camillo, legato alla sua gente, ma fermo nell'ortodossia religiosa. Ha creato a sue spese un asilo infantile, un campetto di calcio, un oratorio in cui accoglie quotidianamente tantissimi giovani, non solo della sua parrocchia, ma anche di altre. Un generoso oltre ogni limite. Intorno al presepe artistico ha animato la frazione. Oggi è triste: «Il mio cuore è spezzato: osservare quell'altare deturpato dalle mani sacrileghe, la sottrazione di quegli angioletti in adorazione al tabernacolo mi ha rattristato l'animo».
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