Tu sei qui: CronacaRestituita alla comunità Santa Maria del Quadruviale
Inserito da Lello Pisapia (admin), sabato 2 settembre 2000 00:00:00
Dalla teoria alla pratica, dalle aride aule al ben più stimolante rapporto diretto con il territorio: è l'affascinante esperienza vissuta, per il secondo anno consecutivo, dai 29 allievi dei corsi di formazione professionale, organizzati dalla Regione e gestiti dal DEC, la sezione decentrata di Cava de' Tirreni. I lavori dello stage, svoltosi presso la Chiesa di Santa Maria del Quadruviale, in località San Pietro, con l'autorizzazione dell'Ufficio Tecnico della Curia e sotto l'egida della Soprintendenza, hanno visto protagonisti, più specificamente, i corsi di "Restauratore d'arte" e di "Intarsiatore e restauratore mobili". Sotto la direzione dell'Impresa "EU&RO" del prof. Giancarlo Napoli, gli allievi del primo corso si sono dedicati al restauro degli affreschi dell'abside; quelli del secondo, invece, si sono impegnati nel restauro dell'altare in legno dorato, curati dall'Impresa "Restauro Gallo" di Luciano Gallo. Molto lusinghieri i risultati ottenuti, mostrati alla collettività durante la cerimonia di consegna dei lavori e di riapertura della Chiesa di Santa Maria. Davvero una gemma preziosa, quest'ultima, sia per lo stile architettonico che la caratterizza, sia per la presenza di dipinti ed affreschi meravigliosi. Una gemma tornata a rifulgere grazie soprattutto alla volontà ed all'entusiasmo degli allievi impegnati nello stage, come sottolinea con orgoglio Antonio De Rosa, responsabile regionale del DEC di Cava. «Innanzitutto, intendo ringraziare sentitamente Mons. Giuseppe Caiazza, responsabile dell'Ufficio Tecnico della Curia, e soprattutto l'Amministrazione della Congrega di Santa Maria - afferma il dott. De Rosa - che ci ha consentito di realizzare, primi, tra l'altro, in tutta la Regione Campania, quest'esperienza di stage sul territorio. Senza presunzione, è questo il percorso da seguire per ottenere risultati concreti: rispetto alle ore di insegnamento teorico, infatti, dovrebbero essere preponderanti quelle di esperienza pratica, mirata ad una concreta verifica di quanto appreso nelle aule. Le 180 ore di stage sul territorio, che siamo riusciti faticosamente ad ottenere, sono ancora troppo scarse in rapporto alle 600 ore totali del corso. Ma i correttivi da apportare non si fermano certo qui: è indispensabile, come da tempo, purtroppo inutilmente, stiamo sostenendo, rendere triennale la durata dei corsi, in modo da destinare il terzo anno alla specializzazione, quanto mai necessaria ove si consideri la variegata gamma di forme di restauro, tenendo, tra l'altro, presente che l'attestato biennale, rilasciato attualmente agli allievi, non consente loro di partecipare, a pieno titolo, ad alcun concorso nazionale od europeo. Ancora, preliminare alla creazione di determinate tipologie di corsi dovrebbe essere una seria ed attenta ricerca di mercato, volta a scoprire quale figure di professionisti e di operai specializzati richieda il mondo del lavoro. In quest'ottica, un ruolo non marginale andrebbe svolto anche dalla scuola e dall'università, in modo da fornire ai giovani una cultura più ampia possibile, che consenta anche una certa flessibilità ed adattabilità nel tempo, per arrivare ad una formazione professionale di stampo e di livello europeo. Tutte esigenze, queste, che abbiamo più volte sottolineato, senza peraltro ottenere alcun riscontro in seno alle Istituzioni, ed in particolare presso la Regione Campania. Fortunatamente, a breve termine, buona parte delle competenze in materia dovrebbero essere delegate alla Provincia, ente territoriale molto più circoscritto, quindi in grado - si augura il dott. De Rosa - di conoscere e seguire meglio le realtà locali». A fronte dei brillanti risultati conseguiti, emerge, però, una clamorosa nota dolente: dal dicembre '99 gli allievi dei corsi non percepiscono alcun emolumento. Dura, ma comprensibile, è al riguardo la "reprimenda" del responsabile del DEC di Cava de' Tirreni. «E' assolutamente inconcepibile - denuncia il dott. De Rosa - che si svolgano dei corsi di formazione professionale per disoccupati di lunga durata e che, poi, questi ragazzi da molti mesi non percepiscano neanche il rimborso dell'abbonamento, senza voler parlare dell'indennità di presenza. E' una situazione assurda, vergognosa, in merito alla quale sarebbe opportuno un intervento della magistratura per rimuovere gli ostacoli che impediscono tali pagamenti, pur in presenza di un piano finanziario già approvato, e per accertare eventuali responsabilità, magari di qualche burocrate di turno, che ometta di compiere dei passaggi tecnici obbligati. In realtà, spostando l'attenzione su un'ottica più generale, da parte del Fondo Sociale Europeo non mancano i finanziamenti, ma, è questo l'aspetto drammatico, non sono spesi bene o addirittura non sono affatto utilizzati. Fino a quando - si interroga preoccupato il dott. De Rosa - possiamo sperare che questi soldi vengano elargiti così, sic et sempliciter, senza una concreta verifica dell'uso che ne viene fatto?». Verifica che, ci permettiamo di aggiungere, potrebbe rivelarsi nefasta per la nostra realtà, con conseguente, amara, ma inevitabile destinazione dei fondi previsti alle Regioni effettivamente meritevoli di tale attenzione.
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