Tu sei qui: CronacaRapina al Palazzo, quale il movente?
Inserito da La Redazione (admin), lunedì 24 settembre 2012 00:00:00
Mille illazioni, tante interpretazioni, ma ancora sconosciuto il reale movente. Si ripetono i mormorii a Palazzo di Città e dintorni all’indomani del furto di circa 40mila euro dalle casse comunali, avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì scorso. Da un atto finalizzato ad eludere le indagini della Antimafia di Salerno sull’eventuale scambio di mazzette tra imprenditori e politici ad una rapina fine a se stessa: queste alcune tra le cause maggiormente chiacchierate in città.
Fatto sta che sull’accaduto è ora al lavoro la sezione scientifica del commissariato di Pubblica Sicurezza di Corso Palatucci, diretto dal vice questore aggiunto Giuseppe Marziano, che sin dalle prime ore della mattinata di venerdì 21 ha provveduto ad eseguire tutti i rilievi del caso ed ha acquisito le immagini delle videocamere di sorveglianza.
Dalle prime ricostruzioni, i malviventi si sarebbero introdotti nell’Ente metelliano dall’adiacente villa comunale. Una volta dentro, avrebbero prelevato le chiavi dell’Ufficio Economato dalla cui cassaforte avrebbero poi asportato il bottino, che poteva essere ben più ampio se nelle ore precedenti non fossero stati distribuiti ai funzionari comunali alcuni dei buoni pasto ivi custoditi.
Seppur dalla somma irrisoria (circa 40mila euro), il colpo, come affermato da alcuni esponenti del Palazzo, testimonierebbe comunque l’inefficienza dell’impianto di sorveglianza del Comune, che ora dovrà essere potenziato.
Quanto al movente del furto, come anticipato, si sono prontamente susseguite diverse interpretazioni. Pareri opposti dalle forze di minoranza con chi (“Forza Cava”) che, riferendosi all’inchiesta dell’Antimafia, ha parlato di strana coincidenza, e chi (Gravagnuolo) invece ha preferito non pronunciarsi se non dopo accertamento dei fatti. Dalla sua il sindaco Marco Galdi ha invece escluso ogni tipo di legame con l’inchiesta portata avanti dalla Direzione Distrettuale di Salerno descrivendo l’accaduto come un semplice e mero furto.
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