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Cronaca

Profanato ripetutamente il sacrato della Chiesa del Purgatorio

Inserito da Livio Trapanese (admin), mercoledì 2 novembre 2011 00:00:00

Prima d’addentrarci nella titolata tematica, lasciateci evidenziare l’interrogativo postoci, di sovente, dalla società civile cittadina, che, per volere Celeste, è la stragrande maggioranza della nostra bella Italia: «Dove ci condurrà il continuo vilipendio dei siti ed oggetti sacri?». Seppur indignati, dobbiamo ammettere che ci distanzierà, sempre di più, dai valori di pace, concordia e solidarietà cristiana; essenziale per il vivere in uno Stato democratico.

Sono ancora indelebili nella nostra mente le sequenze filmate ed irradiate da tutte le televisioni nel primo pomeriggio di sabato 15 ottobre, a Roma, attraverso le quali abbiamo saputo della barbara devastazione posta in campo dai black bloc dinanzi alla capitolina Basilica Maggiore di San Giovanni, oltre che in altri quartieri della “città eterna”. L’evento sul quale si deve riflettere è la spavalda distruzione della statua in gesso della Madonna, rimossa con inaudita violenza dagli stessi facinorosi, dall’altarino d’ingresso della Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, sotto l’inerme sguardo del viceparroco, Don Marco Gandolfo.

Al tempo, ma siamo sicuri che nella nostra “bella Cava de’Tirreni” non avviene qualcosa che, se non del pari, comunque d’irriverente verso la Santa Madre Chiesa avviene? Cosa proviamo nel vedere, anche noi inermi, il costante profanare da parte di giovani scalmanati dei sacrati della settecentesca Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e delle Anime del Purgatorio, comunemente detta “Chiesa del Purgatorio” ed, ancor peggio, della cinquecentesca Concattedrale di Santa Maria della Visitazione, sede della Parrocchia di Sant’Adjutore. Il primo sacro luogo, che ha sede nel “cuore” della città dei portici, e più esattamente nella Piazzetta Nicola Di Mauro di Corso Umberto I, dalla quale principia il cinquecentesco Borgo Scacciaventi, è diuturnamente vittima di occasionali avventori che hanno scelto quel luogo per banchettare; neanche se a pochi passi non ve ne fossero.

La storia ci ricorda che la Chiesa ed il sacrato di cui parliamo è di proprietà dell’Arciconfraternita di Santa Maria Assunta in Cielo e delle Anime del Purgatorio, fondata nel 1596, ancor prima detta Confraternita di San Carlo, oppure Confraternita della Natività di Maria Santissima, ovvero Confraternita di Santa Maria del Monte della Misericordia, ossia Confraternita della Natività della Beata Vergine e degli Artisti del Monte della Misericordia, solitamente nota come Confraternita degli Artisti e degli Artefici. Il pio Sodalizio, il 24 maggio 1752, pagandoli 750 ducati, acquistò dalla Confraternita di Santa Maria della Pietà di Sant’Arcangelo alcuni magazzini ed un quartino, annessi alla Chiesa di San Giacomo al Borgo (ai nostri tempi detta Chiesa di Mamma Lucia).

Da notare che l’Arciconfraternita, con atto del 9 novembre 1635, rogato dal Notaio Giuseppe Cantarella della Città di Cava (il toponimo “Città di Cava de’Tirreni” origina il 23 ottobre 1862), ottenne da Monsignor Matteo Granito, Vescovo della Diocesi cittadina, il diritto di celebrare le Sante Messe nella Cappella del Crocifisso, sita nell’odierna Concattedrale di Piazza Vittorio Emanuele III, oltre a seppellire innanzi ad essa i confratelli e le consorelle trapassati. Per memoria storica ricordiamo che già nel 1400, accanto alla Chiesa di San Giacomo al Borgo, esisteva un nosocomio detto “Ospedale San Giacomo”. Tornando all’Arciconfraternita, segnaliamo che essa, nel 1753, Priore Francesco Miraldi, rilevato che la Cappella del Crocifisso nel Duomo era divenuta insufficiente, sia per la celebrazione delle Sante Messe e sia per le sepolture, di concerto col Pastore della Diocesi, Monsignor Nicola Borgia, decise di edificare una Chiesa accosto alla sede dell’Oratorio dell’allora Confraternita, da sempre sita nell’attuale Via Canonico Aniello Avallone, n. 9.

La Chiesa fu costruita arretrata rispetto al margine della Via Regia (Corso Umberto I), dovendosi rispettare un’adeguata distanza dalla Chiesa e Convento di San Giovanni, sede delle Monache Clarisse. La costruzione costò circa 8.000 ducati ed ebbe termine nel 1755 con la titolazione di “Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e delle Anime del Purgatorio”, consacrata dal Vescovo Borgia. La Confraternita, Priore l’Avvocato Vincenzo Mascolo, nel 1885 costruì una grandiosa Cappella nel civico cimitero cittadino, attivato nel 1839. La Cappella cimiteriale venne terminata nel 1888 e fu benedetta del Vescovo Monsignor Giuseppe Carrano.

Evidenziamo, per futura memoria, che nel gennaio 1889 la Confraternita, conscia che lo slargo antistante la Chiesa era di sua esclusiva proprietà, come documentato da ben 3 atti notarili del 1751, sicuramente ancora ben custoditi presso la Segreteria del Sodalizio religioso, deliberò di chiuderlo con una cancellata. La decisione non sarà stata adottata per scongiurarne l’uso improprio da parte di taluni? Il 27 aprile dello stesso 1751, il Consiglio Comunale, Sindaco il Marchese Carlo Genoino, riunitosi in assise straordinaria, approvò tale proposta, ma non ci è dato sapere il perché l’opera non fu mai realizzata! L’ultima nota storica che qui vogliamo menzionare è del 20 gennaio 1910, quando Papa Pio X, con sua Breve dello stesso dì, conferì alla Confraternita il titolo di Arciconfraternita. Le vicende del terremoto del 23 novembre 1980 e l’autonoma ricostruzione tenacemente voluta dal Priore Attilio Trapanese prima e dal germano Alfonso Trapanese poi, conclusasi con la riapertura al culto nell’ottobre 1997, sono ben note al Clero ed alla Comunità cittadina.

Ci piace qui evidenziare che la questione della chiusura del sacrato della Chiesa del Purgatorio venne riproposta durante il “sindacato” dell’avvocato Alfredo Messina, ma il progetto, sebbene avesse il parere favorevole della Soprintendenza ai Beni Artistici, Storici ed Architettonici di Salerno, non trovò accoglimento. Oggi più che mai, e credo siamo tutti d’accordo, è necessario correre ai ripari e provvedere alla chiusura dei Sacrati della Concattedrale di Sant’Adjutore e della Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e delle Anime del Purgatorio poiché sono divenuti luoghi costantemente profanati, per quanto diuturnamente vi accade! Non solo gioco del pallone, scritte disdicevoli ed altro, ma, per quanto attiene quello dinanzi alla Chiesa del Purgatorio, consumazione di pasti e bevande, col conseguente abbandono degli avanzi, da parte di “avventori” adusi a sedersi sul “sarcofago” in marmo di Carrara, realizzato nel 2006 da Ugo Marano, oggi al cospetto del Signore, secondo cui avrebbe dovuto costituire “una pausa urbana, un luogo di meditazione e un ricordo in onore dell’illustre nostra amata concittadina”: Lucia Pisapia in Apicella.

Per noi cavesi, quanto realizzato col rilevante contributo della popolazione cavese, dell’A.A.S.T. metelliana, a quel tempo diretta dal mai dimenticato dr. Raffaele (Lello) Senatore, del Palazzo di Città ed altri Enti pubblici, non esprime la grandezza di Mamma Lucia e non dà ai forestieri la giusta percezione della sua memoria. Nell’auspicare che la diuturnamente cristiana tolleranza palesata da Don Rosario Sessa, per la Concattedrale, e dal Priore Francesco Di Salvio, per la Chiesa del Purgatorio, non abbia mai fine, per porre fine a quanto di disdicevole avviene, ogni giorno, sotto gli occhi di tutti nei due sacrati, la società civile di questa nostra nobile Città chiede alla Civica Amministrazione, attenta custode dei beni storici cittadini, di provvedere alla chiusura di entrambi luoghi consacrati, previa installazione di artistici cancelli, come è stato voluto per la Basilica della Santissima Trinità, contigua al Monastero Benedettino al Corpo di Cava.

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