Tu sei qui: CronacaPiscina comunale, un lento "naufragio"
Inserito da (admin), mercoledì 14 maggio 2014 00:00:00
Continua a tenere banco in città la chiusura temporanea della piscina comunale, all’indomani dell’ordinanza firmata dal sindaco Galdi ed avente ad oggetto la sospensione delle attività della struttura di via Gino Palumbo in virtù di una serie di carenze igienico-sanitarie riscontrate. Già ad inizio anno, in relazioni eseguite dai funzionari dell’Ufficio Tecnico metelliano, erano state messe in luce alcune situazioni di assoluta precarietà in cui versava la struttura e si ravvisava la necessità di attivare gli organi preposti, affinché fossero valutate la sussistenza delle condizioni di salute e la salubrità della struttura.
La prima ispezione da parte del dirigente responsabile del Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene e Sanità Pubblica, la dott.ssa Gelsomina Lamberti, fu eseguita lo scorso 31 marzo. L’esito non fu certo positivo. Infatti, nel verbale trasmesso il giorno seguente al sindaco Galdi si leggeva tra l’altro: «alcuni ambienti in uso all’esercizio necessitano di interventi di manutenzione straordinaria atti ad eliminare alcune carenze igienico-strutturali». Numerose le criticità rilevate dai sanitari e che hanno condotto il primo cittadino a firmare venerdì scorso l’ordinanza di chiusura della piscina comunale, non avendo i gestori ottemperato, entro i 10 giorni concessi, a mettere in sicurezza la struttura.
Ecco, nello specifico, quali sono le carenze igienico-strutturali riscontrate: porzioni di intonaco distaccate e scostamento di parti della vernice superficiale dalla muratura della zona di ingresso piscina (reparto uomini); ampi squarci delle aperture finestrate del locale piscina che presentano segni di umidità; intonaco mancante ai solai di copertura negli ambienti destinati ad infermeria, nei bagni spogliatoi degli istruttori, nei depositi materiali per la piscina; segni di umidità e parziale distacco di intonaco dalle pareti degli spogliatoi (soprattutto in quello destinato alle donne); alcuni maniglioni di supporto installati nei servizi igienici dei soggetti diversamente abili arrugginiti, così come la struttura metallica del lettino dell’infermeria; rubinetti privi del rivestimento cromato; docce con segni evidenti di incrostazioni.
Durante l’ispezione, inoltre, fu accertato che la zona che ospita le piscine, con i relativi servizi, sono dotati di impianto di aspirazione che, seppur funzionante, necessita di un’implementazione, al fine di garantire un’adeguata aerazione nel momento di maggiore frequenza de parte degli utilizzatori.
Il 18 aprile scorso, poi, nel corso di una nuova ispezione, l’Asl ha accertato che nulla era stato fatto per mettere in sicurezza la struttura, ragion per cui ha successivamente trasmesso una nota al sindaco con cui lo invitava ad emettere, in qualità di massima espressione della sanità a livello cittadino, la sospensione delle attività sportive fino a quando non saranno completati gli interventi prescritti e consegnata la documentazione richiesta, per tutelare la salute pubblica e l’incolumità fisica dei frequentatori della struttura. Una chiusura indotta, dunque, con il primo cittadino che non ha potuto far altro che osservare la disposizione da parte dell’Asl.
Da tempo, intanto, è in corso una battaglia legale tra il gestore dalla struttura, l’Ati Porzio Sport Management Srl - “Società Cooperativa Acqua Park a.r.l.- A.S. Acquachiara Ati 2000” ed il Comune metelliano, per canoni mai versati dalla società nelle casse comunali per l’utilizzo della struttura sportiva.
Valentino Di Domenico
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