Tu sei qui: CronacaPianesi, il riscatto di un Casale
Inserito da (admin), lunedì 3 gennaio 2005 00:00:00
È la storia del riscatto di un Casale: i Pianesi. Uno dei più antichi della Vallata metelliana. Così lo descrive lo storico locale, Mons. Attilio Della Porta: «Si presenta con fitti agglomerati di casette che per meglio contenersi nell'angusto limite disponibile, si sono rimpicciolite, lesinando il palmo, affiancandosi l'una all'altra, sovrapponendosi di balza in balza con la infantilità di uno stile presepiale». Ed è proprio alla realizzazione di un presepe vivente, alla battaglia per l'apertura del parco di Villa Rende e per il cambiamento del piano del traffico che gli abitanti del Casale, che in questi ultimi decenni hanno conosciuto il degrado e l'abbandono, hanno affidato un'azione di recupero civile. È la storia di una comunità parrocchiale che, intorno al proprio sacerdote, don Pietro Cioffi, ed a tanti collaboratori, ha ravvivato la fiamma che l'associazione "San Gaetano", fondata da don Francesco Della Corte, aveva acceso nei cuori degli abitanti della frazione. «Il presepe vivente è solo l'ultima occasione di restituire alla comunità l'orgoglio del suo splendido passato e l'amore per un territorio caratteristico», afferma don Pietro Cioffi. Un lavoro che ha impegnato per tutto l'anno i vari Luigi Di Marino, Alfonso Cesaro, Antonio Manzo, Nicola Alfieri, Vincenzo Masullo, Pasquale Cannavacciuolo e tanti altri che, uniti alle famiglie, lavorano per la rappresentazione presepiale. «Un presepe che si realizza negli androni, nei portici, nei garage e lungo le viuzze», spiega Carmine Medolla. I Pianesi hanno avuto un ruolo particolare nella storia della città. Da qui sono partiti i primi mercanti che hanno dato vita al Borgo Scacciaventi, qui si incontrano le prime ville: Rende con il suo stupendo parco, De Bonis, Baldi, Cesaro. Per secoli ha avuto il fascino dell'antico sapore, poi dopo gli anni ‘50 la crisi e l'abbandono. Dagli anni '80 il parroco, don Francesco della Corte, iniziò la battaglia per la rivalutazione del territorio e la rivitalizzazione del Casale. Prima con la fondazione di un'associazione aperta alle famiglie, poi con la richiesta dell'apertura del parco di Villa Rende per restituirlo al territorio ed alla sua gente. E poi è iniziato lentamente anche il recupero urbanistico, con molte ville restituite al fascino dei tempi. «Oggi il Casale rischia di rimanere soffocato dalle trovate viarie dell'Amministrazione comunale - osserva la prof.ssa Elvira Venturelli - che sembra essere indifferente alle nostre esigenze». Di qui la rivolta dei mesi scorsi. E la realizzazione del presepe vivente rientra in questa storia di riscatto e di amore per il proprio territorio. È in atto in tutto il Casale una voglia di riscoprire le proprie radici per comprendere e vivere meglio il presente.
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