Tu sei qui: CronacaPer D'Amico ‘domiciliari' dal suocero
Inserito da Mariangela Adinolfi (admin), giovedì 11 aprile 2002 00:00:00
Concessi gli arresti domiciliari ad Alberto D'Amico (nella foto), il trentunenne cavese arrestato, lo scorso 26 marzo, con l'accusa di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Ieri mattina, al termine dell'udienza, i giudici del Tribunale per il Riesame di Salerno, dopo aver visionato gli atti, hanno accolto la richiesta degli avvocati difensori, Roberto Lanzi e Paolo Di Mauro, di annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, precedentemente decisa dal Gip Colucci, disponendo la concessione degli arresti domiciliari. A D'Amico, indagato per una rete di spaccio di droga tra Cava, Vietri e l'Agro nocerino-sarnese, è stato concesso di tornare a casa del suocero, in via Filangieri, e non nella sua abitazione di via Cesinola. Dunque, torna a casa l'insospettabile, caduto nella rete della Polizia giudiziaria quindici giorni fa, dopo un'accurata perquisizione domiciliare. Operaio nelle Manifatture Cotoniere Meridionali (ex Mcm) di Nocera Inferiore, D'Amico si trovava, infatti, nel suo appartamento al Corpo di Cava, in località Badia, quando alcuni agenti vi fecero irruzione. All'interno dell'abitazione, trasformata in una centrale per lo smercio di stupefacenti, i poliziotti trovarono ben 460 grammi di hashish in panetti e 5 grammi di cocaina in palline, oltre ad alcuni bilancini di precisione per pesare e confezionare in dosi la droga. Incensurato, Alberto D'Amico, che subito dopo il fermo era stato trasferito nella casa circondariale di Fuorni, dove tuttora è detenuto, era già da tempo tenuto sotto controllo. Solo dopo ripetuti appostamenti sotto casa, intercettazioni telefoniche, e grazie anche ad alcune testimonianze di tossicodipendenti della zona, il corriere della droga era stato intercettato dagli uomini del vicequestore Sebastiano Coppola, impegnati ogni giorno sul territorio al fine di piegare il traffico illegale di stupefacenti nel territorio di Cava.
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