Tu sei qui: CronacaPatto Territoriale, Ferraioli si difende
Inserito da (admin), venerdì 1 agosto 2003 00:00:00
«Questo è un cronicario, nessuno investe, tutti si chiudono nel proprio orticello. Mi fa rabbia dover difendere un'iniziativa che porterà sviluppo ed occupazione. Sa qual è il mio motto? "Fai quel che devi, accade quel che può"»: Raffaele Ferraioli, presidente del Patto Territoriale "Costa d'Amalfi", non ci sta a veder bollato il suo impegno come una distribuzione di contributi a pioggia. Ed insinua il dubbio della polemica politica: «C'è chi non lo voleva questo Patto, c'è chi mirava a prender tempo. Si aspettavano che perdessi anni a fare trattative, discussioni dotte sullo sviluppo, ma qui si tratta di lavorare sodo per dare risposte urgenti ad una crisi economica che nasce anche dall'immobilismo degli amministratori e delle imprese». Intanto, si annunciano iniziative della magistratura ed un fascicolo sarebbe stato aperto in Procura sulla gestione del Patto. «Il progetto ha ottenuto dall'Europa il riconoscimento di "buona pratica". Lavoriamo bene e velocemente, non temo nemmeno le inchieste della magistratura», avverte il presidente. Dalla Tts, l'azienda di Cava de' Tirreni che con il finanziamento di 3 milioni di euro del Patto è riuscita a tirarsi fuori dalla grave crisi strutturale in cui si dibatteva, spiegano di aver consolidato con quei soldi una ventina di posti di lavoro. Al Patto sottolineano che l'ammissione al contributo avveniva sulla base di diversi requisiti. Le aziende che chiedevano di partecipare dovevano assicurare un numero congruo di nuovi posti di lavoro, ma dovevano anche avere un progetto valido e di elevato livello di innovazione. Due società private, Arthur Andersen ed Europrogetti, hanno esaminato le proposte, il Ministero ha finanziato il tutto. Insomma, ci sarebbero tutte le garanzie. «E noi a stento conosciamo i proponenti dei progetti», dicono i funzionari del Patto. Se non realizzeranno quanto promesso, le imprese perderanno i contributi. Per ora hanno firmato le fidejussioni, quindi hanno già messo mano alla tasca. Sono imprenditori anche importanti, industrie cartarie, alberghi di eccellenza, come "Le Sirenuse" di Positano, ma anche aziende di altri settori produttivi, manifatturieri e metalmeccanici. «La filosofia del Patto Territoriale - spiega Ferraioli - era di tipo generalista. Per questo è entrata l'area industriale di Cava de' Tirreni». Solo una settantina di progetti è stata ammessa. Hanno assorbito una quarantina dei 100 miliardi di lire a disposizione. Mentre ci sono imprese storiche, come la "Solimene", che hanno deciso di rifiutare il contributo. «La famiglia di Vietri, però, ha puntato sugli alberghi», riferisce Ferraioli. Ed i posti di lavoro, i mille e più, quando arriveranno? «Ci vorranno un paio di anni, ma già adesso, per realizzare le opere finanziate, sono centinaia i posti di lavoro già creati».
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