Tu sei qui: CronacaPatto Seta, il Comune di Cava non ci sta
Inserito da (admin), venerdì 11 settembre 2015 00:00:00
Il Comune di Cava de’ Tirreni contesta l’atto di transazione tra il Fallimento di SeTA ed il Comune di Nocera Inferiore. Ha proposto reclamo e chiesto la revoca o l’annullamento dei decreti. La transazione è vantaggiosa solo per il Comune di Nocera Inferiore, che vede più che dimezzato il suo debito nei confronti della SeTA, oltre che condonato il sistematico inadempimento dei propri obblighi, incisivo nella crisi della SeTA.
La società vantava nei confronti del Comune di Nocera circa 13 milioni di euro, accumulati negli anni per mancato pagamento dei servizi. Nel 2012, divenuto il debito insostenibile e non solvibile, furono presentati decreti ingiuntivi, ai quali Nocera rispose denunciando disservizi e rivendicando crediti dal 2006 al 2012. Disservizi e crediti, secondo la relazione dei Curatori, impiegati per paralizzare l’attività di recupero. Lo stesso avvocato del Comune di Nocera, Avallone, nel caldeggiare la transazione nel 2013 con la Banca della Campania, li aveva definiti “strumentali”.
Una riduzione del credito, secondo il Comune di Cava de’ Tirreni, appare priva di giustificazione e determina in danno del patrimonio sociale un effetto di grave depauperamento. Si fa presente che le risorse investite nella società sono di natura pubblica e la perdita, in mancanza di una valida giustificazione, costituirebbe un danno erariale, con il possibile intervento della magistratura contabile.
Secondo l’Avvocatura del Comune metelliano, i decreti che autorizzano l’ipotesi di transazione sono lesivi dell’Amministrazione cavese e di tutti i creditori. Il problema era stato sollevato già in Consiglio comunale dai consiglieri Galdi e Di Matteo, che avevano chiesto di esaminare l’accordo ed assumere gli opportuni provvedimenti. Di qui l’azione di Servalli presso l’Avvocatura del Comune, conclusasi con la presentazione del reclamo.
L’ex Assessore al Bilancio della Giunta Galdi, Franco Ruinetti, sottolinea che il Comune di Cava de’ Tirreni è legittimato a proporre reclamo, perché la conservazione del credito consentirebbe la chiusura del fallimento, con possibilità della società di riprendere l’attività o proseguire la liquidazione in via ordinaria, e perché è uno dei creditori. Vanta, infatti, 635mila euro per utili relativi ad anni precedenti e non distribuiti.
Giuseppe Muoio
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