Tu sei qui: CronacaPatteggiamento, il fioraio torna libero
Inserito da (admin), giovedì 1 marzo 2007 00:00:00
Patteggia la condanna a 2 anni ed il giudice gli concede la sospensione della pena. Così ieri pomeriggio, Giuseppe D'Alessio, il fioraio di 47 anni arrestato lo scorso 1° gennaio con l'accusa di atti di libidine nei confronti delle due nipoti, è tornato in libertà. A deciderlo il giudice Di Florio, che, dopo aver ascoltato la discussione degli avvocati di D'Alessio (Barbara Mauro, Alfonso Senatore e Marco Senatore), ha riconosciuto la lieve entità del reato. Una pregiudiziale necessaria per accordare il patteggiamento della pena, concessa solo per condanne non superiori a 2 anni. «Al nostro cliente è stata accordata la lieve entità del reato - spiega l'avv. Senatore - perché non si è trattato di violenza carnale, ma di atti di libidine, ed in più in considerazione delle circostanze in cui si sarebbero verificati i fatti, cioè in un luogo pubblico quale appunto è un negozio».
La richiesta di patteggiamento, presentata dal collegio difensivo, è stata inoltre subordinata alla concessione della sospensione condizionale. Ritiratosi per deliberare, nel pomeriggio il giudice Di Florio ha dato lettura del provvedimento di accoglimento di entrambe le richieste. D'Alessio è stato così condannato a 2 anni, con la concessione delle sospensione della pena: «Il nostro assistito è tornato in libertà. La sospensione della pena è stata concessa proprio in virtù del riconoscimento della lieve entità e del fatto che si tratta di un incensurato».
Come si ricorderà, D'Alessio fu arrestato il 1° gennaio scorso. Pesanti furono le accuse lanciate dalle due nipoti, firmatarie di un denuncia formale presentata ai Carabinieri della Stazione locale, ed i racconti di altre giovani studentesse, chiamate a testimoniare nel corso delle indagini. I militari avrebbero cercato elementi tali da provare quanto denunciato dalle due nipoti. Racconti ed accuse raccolti in un fascicolo voluminoso, che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nei mesi successivi all'arresto, numerose le attestazioni di stima e solidarietà da parte di clienti ed amici, che a più riprese hanno chiesto la sua scarcerazione. Intanto, il pool difensivo si è messo al lavoro, chiedendo la sua scarcerazione prima al Gip e poi in seconda istanza al Tribunale del Riesame. In entrambi i casi la richiesta ha avuto esito negativo.
Si arriva così al 15 febbraio scorso, quando in un'udienza camerale gli avvocati di D'Alessio chiedono al giudice di patteggiare la pena ad 1 anno e 3 mesi, con la sospensione condizionale. Il giudice Le Rose rigetta la richiesta, considerando troppo esigua la pena rispetto alla gravità del reato (con l'aggravante della parentela) ed alla sua reiterazione. Ieri un nuovo atto. Questa volta il giudice Di Florio ha accolto la richiesta di patteggiamento a 2 anni, con la concessione della sospensione della pena. In serata D'Alessio è tornato a casa.
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