Tu sei qui: CronacaPalladino: "Una faida dietro le accuse"
Inserito da (admin), martedì 14 giugno 2005 00:00:00
«La storia del processo a mio carico è l'ennesima conseguenza della faida interna al mio reparto. Da quando sono arrivato sono stato visto come un personaggio scomodo perché ho fatto piazza pulita, privilegiando solo chi voleva lavorare seriamente ed escludendo gli affaristi»: queste le parole del 43enne Remo Palladino, primario del reparto di Otorinolaringoiatria dell'Umberto I di Nocera Inferiore, scelto dal manager Raffaele Ferraioli per il ricco bagaglio di esperienza conseguita in un centro di Bergamo proprio nel campo dell'oncologia. All'indomani della notizia della richiesta del suo rinvio a giudizio (udienza fissata per il 6 luglio) per un'operazione eseguita nel 2003, il dott. Palladino ha deciso di parlare: «Dopo le minacce, l'auto danneggiata e le gomme forate, mancava solo questo. È una vergogna: l'intervento chirurgico oggetto del procedimento è perfettamente riuscito. Questo non è un mio parere, ma è il risultato della relazione stilata dal consulente tecnico nominato dal pubblico ministero». Palladino, assistito dall'avv. Pasquale Adinolfi, tiene a precisare che la relazione parla di operazione perfettamente riuscita, condotta secondo le migliori tecniche in circolazione. Secondo l'accusa, Palladino, insieme a Maria Rosaria Romano, dirigente anestesista, avrebbe proceduto all'intervento con negligenza, imprudenza ed imperizia. In particolare, avrebbe utilizzato apparecchiature laser non in dotazione all'ospedale e protratto l'intervento oltre il tempo massimo consentito, provocando nel paziente lesioni personali gravi, consistenti in difficoltà motorie e di comunicazione ed in deficienze di carattere intellettivo. «Le conseguenze non sono imputabili all'operazione, ma allo stato clinico del paziente», ribatte l'avv. Adinolfi.
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