Tu sei qui: CronacaPadre Conte abbandona Santa Maria del Rovo
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 11 febbraio 2002 00:00:00
Don Raffaele Conte (nella foto in alto) lascia la parrocchia di Santa Maria del Rovo, facendolo nel suo stile, da persona gentile, cordiale e mite. Per il suo ritorno alla guida dei fedeli rovesi si attende ora la decisione del vescovo. Una vicenda che ha origini antiche. Fin dai primi anni del suo servizio pastorale al Rovo sorsero i primi contrasti con una parte dei fedeli, capeggiati da Eligio Canna. Pomo della discordia la chiesa parrocchiale, che, ristrutturata dai danni subiti dal sisma del 1980 con una spesa di circa 400 milioni, don Raffaele si è sempre ostinato a tenere chiusa. Un fatto che ai nostalgici fedeli non è andato mai giù, fino al punto da ricorrere alla Procura della Repubblica. Una storia che ha visto spesso don Raffaele Conte sul punto di abbandonare il suo gregge, ma sotto le pressioni dei suoi superiori il proposito è rimasto tale, forse supportato anche da alcune garanzie ricevute circa il mantenimento della struttura prefabbricata. Negli ultimi giorni la pressione della fronda parrocchiana è tornata alla carica e padre Raffaele non se l'è sentita di continuare il braccio di ferro ed ha abbandonato. Sembra che, nel mese di agosto dello scorso anno, abbia ricevuto una comunicazione dal Provveditorato regionale per le Opere pubbliche che gli intimava l'apertura della chiesa. Un atteggiamento diverso avrebbe comportato la restituzione del finanziamento ricevuto.
La Curia prende tempo
Prendono tempo il vescovo, monsignor Orazio Soricelli (nella foto al centro), e la Curia diocesana nell'affrontare la vicenda di don Raffaele Conte. Una serie di imprevisti, di impegni e l'organizzazione di attività religiose per i ragazzi della diocesi non hanno dato modo ai vertici ecclesiastici di intervenire sulle dimissioni del prelato cavese. Dalla Curia, però, fanno sapere che al vescovo sta a cuore la volontà dei fedeli di Santa Maria del Rovo e di don Raffaele. Inoltre, assicurano che, una volta accertati i fatti relativi allo stato dei lavori della chiesa ed al loro effettivo completamento, e presa visione della comunicazione del Provveditorato regionale per le Opere pubbliche, che intimava l'immediata apertura della chiesa, è suo intendimento dare una risposta ed una soluzione che sia la più equa possibile. Il vescovo, poi, invita i fedeli ad essere uniti nella preghiera e ad evitare ogni forma di fanatismo. Per quanto riguarda la chiesa prefabbricata, non esiste nessuna volontà di distoglierla dalla funzione cui attualmente è destinata. In effetti, a quanto si è saputo nelle ultime ore da ambienti vicini a don Raffaele Conte, pare che i lavori di ricostruzione della chiesa (nella foto in basso) non siano stati ultimati e che non ci sia ancora stata la definitiva consegna dei lavori. Sarebbe stato questo il motivo che ha spinto padre Raffaele a non riaprire il vecchio luogo di culto.
Il ritiro
Intanto, lasciata la parrocchia di Santa Maria del Rovo, don Raffaele Conte si è ritirato alla Maddalena, in una delle sue precedenti esperienze parrocchiali e, a quanto pare, sembra abbia espresso il desiderio di entrare in un ordine religioso di frontiera. A Sua Eccellenza, monsignor Orazio Soricelli, da alcuni anni alla guida dell'arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni, il compito di dirimere la vicenda. Egli ha ereditato una delle più incantevoli zone della Campania, ma, nel contempo, una comunità diocesana fra le più irrequiete del territorio, dove la nuova linea dei giovani sacerdoti spesso si è venuta a trovare in contrasto con quella degli anziani prelati. Oggi, Sua Eccellenza monsignor Orazio Soricelli si trova fra le mani una vicenda che di religioso ha ben poco, ma che rischia di esplodere, provocando una spaccatura nella comunità dei fedeli di Santa Maria del Rovo. Don Raffaele Conte, fino a domenica scorsa parroco di questa comunità, ha volontariamente abbandonato la sua missione pastorale, in seguito alle pressioni esercitate da alcuni fedeli che lo accusano di tenere chiusa la vecchia chiesa, preferendogli la più capiente struttura in prefabbricato leggero. Venerdì scorso ha consegnato le chiavi e simbolicamente la nomina di parroco nelle mani del vicario don Carlo Papa. «La stima ed il rispetto che nutriamo per don Raffaele - afferma Eligio Canna, uno dei capi della fronda - rimane immutata. Chiediamo solo che parte della storia della frazione non venga cancellata».
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