Tu sei qui: CronacaOspedale di Cava: sindacati in rivolta
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 19 giugno 2001 00:00:00
I sindacati fiutano pericolo di collasso. «A causa di gravi carenze assistenziali e organizzative alcune unità operative del nostro ospedale sono a rischio chiusura», avvertono.
L'allarme è stato lanciato ieri mattina con un comunicato, a firma della diverse sigle sindacali (Cgil-Cisl-Uil e Rsu), affisso tra le corsie del Santa Maria dell'Olmo. Secondo i rappresentanti sindacali - Angelo Spirito (Uil), Maria Fimiani (Cisl), Bruno D'Elia (Cgil)- «il menefreghismo dei vertici» avrebbe contribuito a incancrenire vecchie situazioni di deficit, quali le gravi carenze assistenziali e organizzative. «In particolare - si legge nel manifesto - data la carenza del personale infermieristico alcuni reparti corrono il rischio di essere chiusi». Da qui la decisione di indire per questa mattina alle 10.00 un'assemblea dei lavoratori. All'ordine del giorno c'è la discussione dei concorsi interni per operatori Ota e ausiliari e tutta l'organizzazione del personale. «Inoltre - si precisa - verranno discusse le forme di lotta da intraprendere».
Non bastasse a rendere meno roseo il futuro, sono circolate voci su un buco miliardiario nella gestione dei 5 ospedali dell'Asl Sa1 (Nocera, Pagani, Cava, Scafati e Sarno). Novanta miliardi: è la perdita complessiva, e dunque il costo maggiore rispetto a quello che producono in termini di prestazioni sanitarie. A scoprire il neo una relazione dell'ufficio controllo interno dell'Asl, che ha eseguito l'esame produttivo relativo al 2000. La relazione è stata diramata, venerdì scorso, durante una riunione che ha visto di fronte il manager Raffaele Ferraioli ed i direttori sanitari (nella foto quello di Cava, Cosimo Maiorino) dei 5 presidi ospedalieri. Un disavanzo che potrebbe essere eliminato proprio con una riorganizzazione delle prestazioni ospedalieri, a partire da un intelligente utilizzo delle strutture ed una ridefinizione della spesa. Il quadro attuale mostra 5 strutture ospedaliere dotate di reparti, gravosi dal punto di vista dei costi, ma di basso livello in termini di prestazioni, e dunque nessun ricavo per i conti dell'azienda sanitaria, cui si aggiungerebbe l'emigrazione dell'utenza verso i servizi di altre Asl.
Ma inaspettatamente la risoluzione di tutte e due i nei, carenze di personale e qualità delle prestazioni, risiede in un provvedimento già in corso di approvazione, previo assenso dei sindacati e della regione: l'atto aziendale. Il documento, realizzato dal manager Ferraioli e dai vertici aziendali, disegna la nuova organizzazione dei presidi ospedalieri e dei distretti dell'Asl Sa 1, le cui linee guide sono state dettate dall'assessorato regionale alla Sanità. Il progetto è incentrato sul principio della dipartimentalizzazione. Molti i cambiamenti previsti: i 5 ospedali verranno unificati negli ospedali riuniti dell'Asl Sa1, capofila l'Umberto I di Nocera Inferiore. I reparti saranno sostituiti dai dipartimenti e ciascun presidio offrirà una specialità, per evitare così inutili doppioni.
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