Tu sei qui: CronacaOrdinanza anti-schiamazzi, la movida protesta
Inserito da (admin), giovedì 30 luglio 2009 00:00:00
La recente ordinanza sindacale emanata dal primo cittadino Luigi Gravagnuolo, che mira a prevenire e reprimere gli schiamazzi notturni, chiama in causa direttamente gli animatori della movida metelliana.
L’obiettivo di tale regolamentazione è garantire ai massimi livelli la quiete pubblica, specie di notte. L’ordinanza, infatti, obbliga i titolari delle attività d’intrattenimento a vigilare sul comportamento dei loro clienti, in particolare all’uscita dei locali, in modo da evitare problemi di insonnia ai cittadini che abitano nei pressi degli stessi esercizi.
Il provvedimento adottato implica, però, una serie di restrizioni giudicate eccessive dai gestori dei bar e locali notturni. Dalle ore 23 alle ore 7, infatti, è proibita ogni azione che possa pregiudicare la quiete pubblica. E questo riguarda tanti altri campi al di là del settore della movida. Nello specifico, è vietata l’esecuzione di attività o lavori rumorosi di qualsiasi tipo tra le 19 e le 7 e tra le 14 e le 15.30, mentre il sabato non bisogna arrecare disturbo prima delle 9, tra le 14 e le 15.30 e dopo le 19. Inoltre, non si può disturbare il vicinato con attività od opere rumorose o moleste la domenica e negli altri giorni festivi. Per i trasgressori prevista una sanzione pecuniaria che va dai 25 ai 500 euro.
«Noi gestori siamo i primi a non volere che si creino pregiudizi alla quiete pubblica ed all’igiene», asserisce il regista Pasquale Falcone, parlando anche a nome della sua famiglia, che gestisce l’ex Porky's ed il bar Ciak-Caffè di Corso Umberto I, e degli aderenti all’associazione Torquemada, che raccoglie quasi tutti i titolari dei locali pubblici cittadini, quali l’Officina di Vincenzo Rispoli, l’ex Tex Saloon di Damiano Vitagliano e l’Aumm Aumm di Ciro Mosca.
«Io ritengo - continua Falcone - che la movida di Cava sia tra le realtà più moderate e sane del circondario. Questo perché i locali metelliani sono amministrati da generazioni da cavesi che abitano a Cava de’Tirreni, che per questo hanno molto a cuore l’ordine pubblico della propria città».
Della stessa opinione Domenico Milito, titolare della caffetteria San Francao: «Dobbiamo essere noi i custodi della città, proporre un divertimento sano e corretto. Non serve il pugno duro, basta lavorare in sinergia con le istituzioni ed insieme far capire ai giovani che possono divertirsi nel rispetto delle regole».
Per garantire la quiete pubblica sarebbe sufficiente l’attenzione dei singoli gestori, come ritiene Maurizio Sorrentino, titolare del Nuovo Caffè de’Tirreni: «Sosteniamo costi esorbitanti di fitto, di tasse, di Siae e dobbiamo essere tutelati anche noi. Non possiamo rischiare di allontanare la nostra clientela e lasciarla andare in altre realtà limitrofe. Io sono il primo a volere l’ordine, quando notiamo un eccesso di rumori siamo noi stessi a frenare i ragazzi».
A lasciare perplessi, comunque, i gestori dei locali pubblici, e non solo, è lo spettro troppo ampio di attività regolamentate dall’ordinanza e la previsione per i trasgressori di dure sanzioni, che possono comportare anche la cessazione e/o sospensione delle attività (ludiche, commerciali, economiche, artigianali ed assimilabili) fonti dirette dei fatti degenerativi.
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