Tu sei qui: CronacaOlmi tagliati, insorgono i residenti
Inserito da La Redazione (admin), giovedì 11 novembre 2010 00:00:00
Non si placano le polemiche all’indomani dello sradicamento delle due piante di olmo recise per favorire le opere di ampliamento del sagrato della Basilica della Madonna dell’Olmo. Su tutte le furie alcuni residenti di Corso Principe Amedeo, particolarmente “affezionati” alle piante del luogo in cui anni fa apparve la sacra icona della Vergine Maria.
Piante che, arrivate dal Giappone, nel 1964 Padre D’Onghia, l’allora parroco della Madonna dell’Olmo, fece interrare in luogo di un vecchio e secco olmo con l’augurio di una vita duratura, come testimoniato dagli stessi residenti della zona. La storia narra di una luce apparsa tra i rami di un olmo, avvistata da alcuni pastori di Sant’Adjutore che con i loro greggi sostavano in aperta campagna. Man mano che questi si avvicinavano ad essa, però, il chiarore scemava: l’unico in grado di osservarla da vicino fu l’Abate benedettino della Santissima Trinità, Pietro I.
Nei giorni a seguire la sacra icona, tolta dai rami, fu portata in processione nella Chiesa di San Cesareo, ma, dopo un’altra apparizione sempre sulla stessa pianta, l’Abate Pietro I decise di far edificare una chiesa nel punto in cui era apparsa la sacra immagine. Chiesa che poi nel 1931 Papa Pio IX ha dichiarato Basilica pontificia.
Ebbene, nei giorni scorsi gli alberi che riportavano alla memoria la storia dell’apparizione della Madonna sono stati tagliati per agevolare le operazioni di ampliamento del sagrato della Basilica, suscitando non poche polemiche e proteste.
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