Tu sei qui: CronacaNuove tecnologie, come avere i fondi
Inserito da Il Denaro (admin), giovedì 28 marzo 2002 00:00:00
Le opportunità di finanziamento previste dalle misure 3.17 e 6.3 del Por Campania a favore dell'innovazione tecnologica sono state presentate lunedì 18 marzo a Caserta, nel corso di un convegno organizzato da Confapi Campania.
Misura 3.17
La misura 3.17 prevede il sostegno ai programmi di ricerca, di innovazione e di trasferimento tecnologico promossi dal tessuto imprenditoriale regionale. Tale misura attiva, dunque, contributi per progetti relativi ad attività di ricerca, sviluppo precompetitivo ed innovazione tecnologica, ai quali possono accedere le Pmi della Regione Campania. L'iniziativa si sviluppa su due fasi:
- sostegno all'acquisizione di servizi finalizzati alla definizione di un progetto di ricerca e sviluppo;
- sostegno alla realizzazione di un progetto di ricerca e sviluppo.
I progetti ammessi alla fase 1 possono beneficiare di un contributo fino al 70 per cento dei costi ammissibili. I progetti, in questa fase, devono prevedere investimenti per l'acquisizione di servizi erogati da soggetti appositamente accreditati presso l'Albo del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) o presso l'Albo regionale in corso di costituzione. Il contributo massimo erogabile per questi investimenti è di 20.000 euro. Se questa fase si conclude con la stesura di un progetto di ricerca e sviluppo tecnologico, l'impresa può presentare al momento della rendicontazione finale una richiesta di contributo per la fase 2. I progetti non sono ammessi se il contributo è inferiore a 40.000 euro. La seconda fase ha come obiettivo un progetto di ricerca e sviluppo cui l'impresa può accedere solo se supera la prima fase, partendo dai risultati cui questa è arrivata, oppure, nel caso in cui essa dispone di una sua elaborazione progettuale, la stessa può essere proposta indipendentemente. Anche per questa fase è previsto un contributo in conto capitale con una percentuale variabile dal 50 al 70 per cento del costo del progetto in funzione di criteri di premialità.
Misura 6.3
La misura 6.3 è finalizzata, invece, allo sviluppo della Società dell'Informazione in Campania, stimolando gli investimenti delle Pmi nell'information & communication technology. Tali investimenti hanno come obiettivo il consolidamento del tessuto imprenditoriale regionale e l'aumento delle capacità concorrenziali. I servizi attivabili della Società dell'Informazione sono individuati e definiti dalla direttiva comunitaria 98/34/CE e fanno riferimento ai servizi inerenti all'e-commerce, a servizi, dunque, prestati normalmente dietro retribuzione, a distanza, per via elettronica, mediante apparecchiature elettroniche di elaborazione (compresa la compressione digitale). Anche nella misura 6.3 si prevedono due fasi. Nella prima sono previsti la realizzazione di investimenti, materiali ed immateriali, tesi a supportare progetti imprenditoriali dell'Ict, da attuare sia in imprese esistenti che in nuove imprese della new economy.
Lo stato di attuazione
Sia la 3.17 che la 6.3 sono misure a sportello: la richiesta può, dunque, essere presentata fino al 30 giugno 2003, e comunque fino a concorrenza dei fondi. Per la gestione delle due misure la Regione ha utilizzato lo stesso metodo della legge 488/92, individuando cioè un istituto bancario cui è stata delegata l'istruttoria e l'azione di informazione. Sono stati, inoltre, individuati diversi punti d'informazione e di accoglimento delle pratiche presso le seguenti sedi della Banca Popolare di Ancona/Banca Popolare di Napoli:
- Napoli, via Orsini, 58
- Avellino, via Due Principati, 32
- Benevento, piazza Risorgimento, 11/12
- Santa Maria Capua Vetere (Caserta), via Pezzella (Parco Valentino)
- Angri (Salerno), corso Vittorio Emanuele, 126/132.
Caratteristiche innovative
La procedura messa in atto è sicuramente innovativa: l'istruttoria della proposta dovrebbe essere completata in trenta giorni e sono state coinvolte tutte le associazioni imprenditoriali per la diffusione degli obiettivi delle due misure. A circa un mese dall'attivazione degli sportelli sono emerse alcune problematiche. Intanto la misura 6.3 ha visto presentare circa centocinquanta domande, mentre sulla 3.17 ne sono state presentate solo quattro. Il successo della misura 6.3 è spiegabile per la natura degli investimenti (macchinari ed attrezzature), ma soprattutto perché nella prima fase non c'è necessità di una collaborazione tra l'impresa ed il centro di ricerca. La misura 3.17 vive questa difficoltà, che trae origine da una non comunicazione tra mondo della ricerca e mondo della produzione, spiegabile in parte dal livello degli investimenti, troppo contenuti per coinvolgere il mondo della ricerca, ma soprattutto per il significato che il mondo dell'impresa dà al termine ricerca.
Cognizione della ricerca
Va precisato, infatti, che gli imprenditori non sempre hanno cognizione della ricerca continua e delle forme di innovazione che essi realizzano quotidianamente, per cui è fondamentale far emergere tutto ciò ed individuare procedure di diffusione anche di tipo individuale, per indirizzare le attività d'innovazione continua all'interno di un progetto 3.17. Inoltre, è indispensabile realizzare iniziative in sistemi produttivi localizzati e di tipo settoriale, come i distretti industriali o i contratti di programma. In questo modo si possono realizzare iniziative pilota per superare le difficoltà descritte. Un altro elemento che va sicuramente corretto riguarda la documentazione da allegare alla misura 3.17. Infatti, è prevista una dichiarazione bancaria circa il possesso dei mezzi propri. Il sistema delle Pmi ha grande difficoltà di dialogo con il mondo del credito e per molte piccole imprese questa dichiarazione è un ostacolo alla presentazione delle domande. Considerato il livello del contributo, questa documentazione potrebbe essere non richiesta e, comunque, la mancata richiesta di bilanci non permette di valutare altre forme di apporto di capitale proprio, come riserve, utili non distribuiti o utilizzo di margini di struttura positivi. Il superamento di questi problemi permetterebbe di utilizzare uno strumento fondamentale per le piccole e medie imprese campane.
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