Tu sei qui: Cronaca"Non sono un assassino, sono distrutto"
Inserito da (admin), venerdì 14 ottobre 2005 00:00:00
«Non sono un assassino. Sono un uomo distrutto. Quel gruppetto di ragazzi è sbucato dal nulla. Ho cercato di frenare, ma non sono riuscito ad evitarle». Carmine Medolla, 38 anni, sposato, padre di due bimbe, era alla guida della Renault Clio che ha investito Anna Musco e Piera Grazia De Blasio, di 18 e 19 anni, entrambe originarie di Nocera Inferiore, ma residenti a Sarno. L'incidente è avvenuto sulla Statale 18 in via Principe Amedeo, mentre attraversavano la strada. Le due ragazze avevano appena lasciato l'"Officina 249", dove avevano festeggiato i 18 anni di un loro amico, compagno di Scout, e stavano per raggiungere l'ingresso del trincerone per recuperare l'auto e tornare a casa. In quegli stessi istanti Carmine, da tutti conosciuto in città con il nome d'arte "Leonard" per le sue doti di coiffeur, stava percorrendo la Statale 18 per arrivare a casa, in località Casa Costa. «Avevo da poco terminato di lavorare, stavo curando gli ultimi preparativi per una sposa», ha raccontato agli agenti che lo hanno interrogato. Il suo negozio di parrucchiere "Cheveux d'Ange" è nel centro cittadino, in via Benincasa, ma visto l'importanza dell'evento Carmine aveva preferito lavorare a domicilio della sua cliente. È l'1.40 quando si consuma la tragedia. «Stavo percorrendo via Principe Amedeo. All'altezza dell'"Officina" - ha dichiarato "Leonard" agli agenti - ho visto sbucare dal nulla un gruppetto di ragazzi». Raccontano i suoi avvocati: «Forse stavano scherzando, si stavano dando qualche spintone, cose da ragazzi, e per questo sono piombati in strada». I segni della frenata rilevata dagli agenti della Polizia Stradale distano circa 30 metri dall'impatto. Per gli inquirenti sono una prova della velocità sostenuta. Carmine non riesce ad evitare Anna e Piera. «È stato lui a chiamare per primo il 113 e prestare soccorso», spiega il suo avvocato. I suoi occhi sono persi nel vuoto, accanto a lui ci sono due amici. Tutto intorno è un misto di dolore e rabbia. Alcune ragazze sfiorate nell'impatto inveiscono contro di lui: «Sei un assassino. Mancava poco ed avresti ucciso anche me». Dopo poco una volante della Polizia accompagna Carmine Medolla negli uffici del Commissariato. La notte da incubo continua. Fino all'alba, assistito dai suoi avvocati di fiducia, Alfonso e Marco Senatore, risponde alle domande degli agenti, diretti dal vice-questore Sebastiano Coppola. La sua auto viene posta sotto sequestro. Il pm Cantarella conferma l'accusa di omicidio plurimo colposo. Carmine è sconvolto. Ieri mattina c'erano ancora i segni in via Principe Amedeo. A bordo della strada una scarpa con il tacco, quella da "festa", appartenente probabilmente ad una terza ragazza.
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