Tu sei qui: CronacaMuseo dell'Abbazia, a Natale la riapertura
Inserito da (admin), venerdì 12 novembre 2004 00:00:00
Il nuovo Soprintendente per i Beni Ambientali ed Architettonici di Salerno, Giuseppe Zampino, ha compiuto la sua prima visita all'Abbazia Benedettina con l'intento di rimuovere gli ultimi ostacoli alla riapertura del Museo, chiuso per lavori di ristrutturazione dal maggio 2001. A sollecitare il suo intervento è stato l'Abate Benedetto Chianetta, fattosi interprete del generale scontento di visitatori italiani e stranieri (moltissimi gli istituti scolastici che scelgono il Museo della Badia per le gite d'istruzione) che, dopo 3 anni, non possono ancora accedere alla prestigiosa raccolta. Ha illustrato i lavori finora compiuti l'ingegnere della Soprintendenza Gennaro Miccio, che da anni rivolge la sua appassionata attenzione ai monumenti della Badia. Il Soprintendente, in un'atmosfera di cordialità, ha mostrato la sua disponibilità ad accelerare i lavori di completamento del Museo, stanziando subito i fondi necessari che sono di sua competenza, anche se ha riscontrato la necessità di unificare i criteri espositivi. L'ordinamento originario, infatti, compiuto dal prof. Ferdinando Bologna negli anni '50, rischia ora di alterarsi con l'ordinamento in atto e, soprattutto, con l'aggiunta di una grande sala (apparteneva al Seminario diocesano travolto dall'alluvione del 1954), che ospiterà pregevoli opere conservate nei depositi, nonché arredi e paramenti sacri appartenenti all'Abbazia. Malgrado il supplemento di lavori e di spese, il Soprintendente ha assicurato che l'apertura resta fissata per il prossimo Natale. Insieme con l'obiettivo immediato del Museo, l'Abate Chianetta ha ripresentato le varie esigenze del monumento nazionale da realizzare in vista del millenario della fondazione dell'Abbazia, che cadrà nel 2011. In particolare, Zampino ha accolto con entusiasmo il progetto ambizioso di valorizzare le grandi sale medievali a pianterreno, per secoli destinate a cantine, di risanare la biblioteca e gli appartamenti abbaziali per arrestare il deterioramento delle pitture neoclassiche d'ispirazione pompeiana e le tele settecentesche dei soffitti di Nicolò Malinconico. Non ha escluso la ripresa di alcuni progetti presentati dall'Abbazia per il Giubileo del 2000, accantonati a suo tempo non si sa per quali manovre politiche sotterranee.
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