Tu sei qui: CronacaMario D'Amico stroncato da un infarto
Inserito da (admin), mercoledì 18 giugno 2003 00:00:00
Aveva approfittato della piscina del figlio Franco, una capiente vasca annessa alla villa della Novelluzza, per cimentarsi in una serie di esercizi motori, prescrittigli qualche tempo fa come ginnastica riabilitativa. Ma, all'improvviso, è arrivata una terribile fitta al cuore. Mario D'Amico, titolare e fondatore dell'omonima società specializzata nel campo delle conserve di sottoli e sottaceti, 70 anni da compiere il prossimo ottobre, ha piegato il capo e si è accasciato sul fondo dell'acqua: un infarto fulminante lo ha stroncato. Inutili i tentativi di soccorso. Con ogni probabilità, l'imprenditore cavese è morto sul colpo. Quando i familiari hanno cercato aiuto al 118, speravano ancora nei soccorsi. Tutto inutile. La tragedia si è consumata ieri mattina, poco prima delle 11, davanti agli occhi attoniti dei suoi cari. Come racconteranno più tardi i parenti ed il figlio Franco: «Era stato colpito da un ictus cerebrale nel '95. Stamattina (ndr: ieri per chi legge), come già altre volte in queste settimane, era venuto a casa per fare degli esercizi di riabilitazione. Mentre era in piscina, è stato colto da un infarto che non gli ha dato scampo». Secondo il parere dei medici, la circostanza in cui si è verificata la disgrazia sarebbe stata del tutto accidentale, anche perché non era certo la prima volta che l'imprenditore seguiva questo programma di esercizi in acqua. Ieri mattina, la terribile disgrazia. Secondo il racconto dei familiari, Mario D'Amico era uscito presto di casa, una villetta in via Palumbo. Prima una capatina in fabbrica, poi alla volta dell'abitazione del figlio, un'oasi nel verde della Novelluzza, il tratto di strada che collega le due frazioni di Passiano e San Martino. Accanto a lui ci sono i familiari, le nuore ed alcuni nipoti che cercano anche loro refrigerio all'afa di questi giorni. Tutto sembra tranquillo, anche se il caldo incomincia a farsi sentire. All'improvviso, il manager viene colto da malore: una fitta al petto e poi il silenzio. Cade riverso nell'acqua. I familiari cercano di aiutarlo, ma è già troppo tardi. Ogni soccorso risulterà vano. Dopo poco, una telefonata arriva in fabbrica, dall'altro capo del telefono una voce rotta dal pianto. In città si diffonde la triste notizia: «Mario, l'imperatore delle alici, ci ha lasciato».
Anche ieri mattina in fabbrica per il "controllo giornaliero"
Da qualche anno, Mario D'Amico aveva salutato tutti in azienda per godersi il meritato riposo. Ma la passione per il suo lavoro non gli era mai passata. E così, aveva deciso di restare nella sua villetta in via Palumbo, proprio di fronte all'ingresso delle Curve dello stadio comunale "Simonetta Lamberti", dove si trovano i due capannoni della società di famiglia specializzata in sottoli, sottaceti e prodotti ittici. «Solo pochi passi da casa per riuscire a tenere sempre tutto sott'occhio», diceva. Era diventata la sua nuova abitudine, infatti, scendere di casa la mattina presto ed entrare in azienda insieme agli operai, quando tutto era ancora fermo. Un giro tra gli imballaggi, uno sguardo alle confezioni, una maniera "delicata" e mai invadente di fare quello che tutti i familiari di Mario chiamavano affettuosamente il "controllo giornaliero".
LE REAZIONI IN AZIENDA
Affranti gli operai: «Era un signore, una persona onesta, sempre disponibile alle nostre esigenze. Parlavamo spesso di calcio»
È un giorno triste per l'imprenditoria cavese, che perde uno dei suoi uomini simbolo. Insieme al fratello Francesco, deceduto qualche anno fa, Mario D'Amico aveva avviato nel 1972 l'attività di famiglia: conserve di alici sottolio, destinate a diventare solo una delle specialità alimentari esportate in tutta Italia ed anche all'estero con il marchio "D'Amico s.r.l.". Dal 1995 aveva lasciato l'attività al figlio Franco, noto in città per la sua militanza come dirigente della Cavese, ed ai nipoti. Non si era, però, mai distaccato dalla fabbrica, traccia indelebile della storia di famiglia ed epigrafe di uno stile che era riuscito a tramandare ai suoi eredi. «Papà - racconta il figlio Franco - e mio zio hanno creato dal nulla una società oggi conosciuta in tutta Italia e nel mondo. L'azienda e la nostra famiglia erano da sempre tutta la sua vita. Ancora oggi, che non era più in attività, rimaneva la sua creatura e come tale non poteva separarsene». La triste notizia ha fatto subito il giro della città. È iniziato, così, un interminabile pellegrinaggio di amici e parenti, che hanno voluto fare visita alla salma. Il rito funebre si svolgerà stamattina nella chiesa di San Vito. Attestati di cordoglio sono arrivati da molti imprenditori locali e dalla società sportiva della Cavese Calcio. Sgomenti anche gli operai dell'azienda, con cui si era fermato a chiacchierare nella mattinata di ieri. In tanti sono rimasti ben oltre l'orario di lavoro accanto alla famiglia D'Amico. «Per noi - commentano - è davvero un brutto giorno. Era un signore, una persona onesta. Sul lavoro era esigente, certo, ma nel contempo sempre disponibile alle nostre esigenze. Non aveva atteggiamenti da padrone. Spesso parlava con noi dei fatti cittadini, ed in particolare di calcio. Ci sentiamo vicini alla famiglia D'Amico, colta da questa disgrazia improvvisa. Proviamo un senso di grande pietà e dolore».
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