Tu sei qui: CronacaLotta agli abusi, il Comune accelera
Inserito da (admin), venerdì 6 giugno 2008 00:00:00
Ancora un fascicolo dalla Procura Generale di Salerno di sentenze di procedimenti penali per abusi edilizi divenute irrevocabili con richieste di chiarimenti. Sono altre 50, che unite a quelle precedenti costituiscono già un dossier ponderoso e voluminoso. Si tratta di fabbricati, o di parti di essi, per i quali è irrevocabile la sentenza di demolizione, ma per i quali è in corso di esame la richiesta di condono. I procedimenti penale ed amministrativo viaggiano separati, anche se la Procura Generale, attraverso una nota del sostituto Antonella Giannelli, alla luce di costanti decisioni della Corte di Cassazione, rileva che la sospensione dell'ordine di demolizione, pur in presenza della richiesta di condono, non è sufficiente, ma che è necessario che l'autorità amministrativa preveda di adottare un provvedimento che si ponga in insanabile contrasto con l'ordine di esecuzione.
Intanto, a Palazzo di Città è stata impressa un'accelerazione al lavoro. L'ufficio tecnico Urbanistica, sotto la direzione del dirigente Luca Caselli, con architetti e geometri sta mettendo a punto con un tour de force dati, grafici, pratiche. Un'accelerazione dettata non solo dalle richieste di chiarimenti da parte della Procura, ma anche dalla necessità di un quadro chiaro della situazione urbanistica del territorio, dei vari insediamenti e delle modifiche apportate dall'abusivismo condonato, condizioni per la redazione del Puc. Il fenomeno dell'abusivismo a Cava, secondo l'avvocato amministrativista Francesco Accarino, è cresciuto quando esso è risultato economicamente conveniente. Ma esso si è diffuso anche perché Cava per l'85% è sotto vincolo, vincoli che risalgono al '39 e confermati per Cava nel '67. «Molti di questi sono anacronistici, riteniamo che sia il momento che ci sia una nuova modulazione. Una richiesta che abbiamo fortemente avanzata nell'ordine del giorno che la Commissione consiliare Urbanistica ha predisposto e da sottoporre al voto del Consiglio comunale. La città ha subito in questi ultimi 50 anni una forte evoluzione», ha affermato il consigliere comunale Vincenzo Lamberti.
Ed infatti la Cava bucolica, la Piccola Svizzera, monti e valli e verde, ha ceduto in parte il passo alle trasformazioni urbanistiche e mantenere certi vincoli ha significato solo una penalizzazione. Basti pensare che esiste il vincolo paesaggistico nella stessa zona industriale, dove sono presenti solo capannoni e fabbriche. «Anche per l'edilizia ordinaria, per la presenza del vincolo paesaggistico, l'iter per l'approvazione delle pratiche e degli atti di pianificazione che non rispondono alle esigenze di un'amministrazione celere è lungo e complesso. Di qui la richiesta del sindaco Luigi Gravagnuolo al dirigente del settore Urbanistica, anche nell'ambito a lui assegnato per la redazione del Puc, di verificare la possibilità di modificare la perimetrazione del vincolo paesaggistico», ha aggiunto l'assessore Rossana Lamberti. Cava, inoltre, è sottoposta al Put (Piano urbanistico territoriale), che, se ha in gran parte difeso il territorio dallo sfrenato abusivismo, ne ha anche condizionato lo sviluppo. Pure su questo si sta lavorando perché se ne attenui la rigidità.
8.000 richieste di condono, il Consiglio decide su 11 case
Sul tavolo del dirigente del Settore Urbanistica, Luca Caselli, le sentenze di demolizione di opere abusive per le quali sono stati richiesti chiarimenti. Esse vanno ad inserirsi nel lavoro di esame delle oltre 8.000 pratiche di condono. Ed ecco alcuni dati rispetto ai tre condoni concessi. Nell'85 le richieste furono 3.799, nel '94 2.690, nel 2003 1.277, dopo il 2003 oltre 200 abusi edilizi furono compiuti e denunciati per i quali non sarà possibile presentare condono, essendo il 31 marzo del 2003 la data ultima di costruzione utile per accedere al condono. Sono state prese in esame solo le richieste del condono dell'85 e del '94. Sono state evase positivamente circa 3.800 richieste di condono e versate le somme dovute ai fini dell'oblazione. Circa 200 le licenze in sanatoria non sono state ritirate e per le quali le richieste si sono concluse positivamente. Altre sono in fase di perfezionamento.
Su un totale di 6.500 richieste ben 4.000 sono state evase. Ora sono da esaminare quelle per le quali la Procura Generale ha inviato copia di sentenze irrevocabili. Inoltre, si è proceduto all'abbattimento di 4 fabbricati, acquisiti al patrimonio comunale e costruiti dopo il 2003 in zone ad altissimo rischio idrogeologico; per il quinto caso il TAR ha respinto la sospensiva dell'ex proprietario e si è in attesa di procedere all'abbattimento, a meno che non ci sia un ulteriore rinvio per ricorso al Consiglio di Stato. Altri 11 abusi edilizi non edificati in zone ad altissimo rischio idrogeologico sono stati acquisiti al patrimonio comunale e dovrà il Consiglio comunale decidere se demolirli o dichiararli di prevalente interesse pubblico ed utilizzarli nell'interesse della comunità.
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