Tu sei qui: CronacaLo stadio di Pregiato intitolato a Desiderio
Inserito da (admin), giovedì 30 dicembre 2004 00:00:00
Antonio Desiderio è stata una figura pionieristica del calcio dilettantistico cavese. A 10 anni dalla sua morte, con una cerimonia ufficiale, ieri pomeriggio la città di Cava de'Tirreni l'ha ricordato, intitolandogli il campo sportivo periferico di Pregiato, nell'occasione rimesso a nuovo nel fondo e nell'impianto di illuminazione. Alla presenza del sindaco Alfredo Messina e del consigliere incaricato allo Sport, Spettacolo e Tempo Libero, Carmine Adinolfi, la toccante cerimonia che ha visto la presenza dei parenti stretti di Antonio Desiderio, per tutti "pupainiello". Molto commosso il figlio Basilio, che in onore del papà, e per ripercorrere le gesta "epiche" della squadra di giovani cavesi di Desiderio, ha da poco rimesso in moto le attività delle "Speranze Cavesi". L'associazione tornerà, con le sue squadre di baby cavesi con la testa nel pallone, ad animare la vita sportiva della Vallata e non. Come fece dal dopoguerra ad una decina di anni fa il papà Antonio, il presidente "povero". Povero perché, nonostante avesse speso tutte le sue risorse economiche e fisiche per mantenere in vita quella realtà calcistica dilettantistica, non ha mai ricevuto in cambio nulla, se non la gratitudine e l'affetto di centinaia di giovani metelliani che hanno vestito la casacca delle "Speranze Cavesi". Intere generazioni, in tempi difficili, dove per le fasce più basse della società cavese era impensabile fare sport, hanno potuto cimentarsi sui campi di calcio di tutta la Regione proprio grazie ad Antonio Desiderio. «Siamo fieri ed onorati - ha sottolineato il sindaco Messina - di aver dato seguito ad un'esigenza che partiva dalla base. Ricordare figli della nostra terra che hanno lascato un segno positivo nella storia della città è un nostro dovere civico». «Mille aneddoti raccontatimi da mio padre - ha concluso Basilio Desiderio - mi balenano nella mente. Vincere, pareggiare, perdere era solo un dettaglio. Il suo unico fine, come ricordato per il decennale della sua morte, era quello di far gol alla vita».
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