Tu sei qui: CronacaLinee calde, inchiesta in ospedale
Inserito da (admin), lunedì 14 marzo 2005 00:00:00
La cornetta alzata da un dipendente ospedaliero ed il numero dell'ufficio a lungo occupato. Sarebbero stati i motivi che hanno spinto uno dei centralinisti dell'Asl Sa1 ad interrompere una conversazione telefonica di un dipendente dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo" per chiedere di far tornare libera la linea, visti i numerosi utenti in attesa. Risultato? I responsabili dell'ufficio in questione hanno scritto una lettera di ammonimento nei confronti dei centralinisti, rei a loro dire di violare la privacy, mentre la direzione dell'Azienda sanitaria, guidata dal manager Raffaele Ferraioli, ha avviato un'indagine interna e controlli sul flusso di telefonate in partenza dagli uffici sanitari. Il fatto, destinato sicuramente a creare polemiche, è accaduto nei giorni scorsi negli uffici dell'Asl Sa1. Secondo la ricostruzione, riportata dai sindacalisti ospedalieri, contattati dagli stessi dipendenti per fare luce sulla questione, uno dei centralinisti in servizio al centralone unico di via Federico Ricco avrebbe tentato invano di passare la telefonata di un utente ad un ufficio del "Santa Maria dell'Olmo", che risultava a lungo occupato. Dopo ripetuti tentativi, il centralinista, preoccupato per un probabile guasto alla linea interna e, soprattutto, desideroso di offrire il servizio richiesto dall'utente, si sarebbe "intromesso" nella conversazione. Una volta raggiunto il dipendente a telefono, gli avrebbe chiesto di mantenere libera la linea. Dopo le prime discussioni del momento, la vicenda si è trasformata in vertenza, con tanto di lettera di ammonimento nei confronti del centralinista, accusato di "violazione della privacy". E non basta. L'ufficio avrebbe in dotazione un solo apparecchio telefonico con un numero interno, dove affluiscono tutte le telefonate. I centralinisti si sono riservati di rispondere, sottolineando che si era trattato di un episodio isolato e che in tutti i presidi dell'Asl, nonostante la mole di telefonate in entrata ed uscita, le linee non restano a lungo occupate. Intanto, della vicenda sono stati informati i vertici, che hanno avviati dei controlli, peraltro già attivi da qualche anno. Chiamare dagli uffici pubblici, anche per telefonate lampo, può costare caro. «La Corte di Cassazione si è più volte pronunciata sulla questione relativamente alle Amministrazioni pubbliche - spiegano i sindacalisti della Cigl - e restringe sempre più i margini per i dipendenti. Secondo i giudici, lo spreco di energia non è rimborsabile all'Amministrazione. È stata stabilita anche una "soglia di punibilità" per i dipendenti che facevano chiamate private, se l'esborso a carico dell'Amministrazione era da considerarsi "esiguo se non insignificante" ed il numero delle chiamate dimostrava un uso dell'utenza dell'ufficio soltanto in casi eccezionali. Una sorta di via libera alla telefonata privata solo per esigenze infrequenti, in nome della continuità del servizio, per consentire un idoneo avvicinamento tra esigenze personali e raggiungimento degli scopi pubblici. Ora gli impiegati sono avvertiti: una chiamata ogni due giorni è consentita, ma una al giorno no, anche se breve.
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