Tu sei qui: CronacaLiceo Classico e tv, Polis all'attacco
Inserito da (admin), giovedì 28 agosto 2003 00:00:00
La difficile situazione del Liceo Classico "Marco Galdi" e la scomparsa a Cava di emittenti televisive e radiofoniche all'attenzione dell'associazione "Polis". Ecco il comunicato stampa inviatoci in merito dal coordinatore Enzo Gallo e dall'addetto stampa Domenico Campeglia. Il quadro che emerge è tutt'altro che confortante...
«Dopo l'abbruttimento culturale relativo alla mancanza di iniziative ed avvenimenti che potessero caratterizzare, spingere come volano turistico questa città, nonostante luoghi ed uomini che hanno dato e danno lustro a questa terra (basta citare l'Abbazia Benedettina e personaggi come il Marchese Genoino, autore delle farse cavajole, giusto per dare degli esempi). Dopo che Cava è stata una delle primissime città della provincia ad avere una radio, "Radio Cava Centrale", e ben due reti televisive, quali "RTC" prima e "Canale 44" poco tempo dopo, con il sottoscritto che è stato capo-redattore di tutte le su citate emittenti, sia radio che televisive, unitamente ai compianti Gino Avella e Franco Garofalo, per quanto attiene "Canale 44", oggi ci si ritrova senza alcuna emittente radiotelevisiva. Ma di questo parlerà più ampiamente e dettagliatamente il nostro addetto stampa, nonché membro del coordinamento, Domenico Campeglia. Ora veniamo a conoscenza, a pochi giorni dall'apertura dell'anno scolastico, che il Liceo "Marco Galdi" è tutt'ora alla ricerca di una sede, anche se pare che l'Amministrazione comunale ne abbia localizzata una provvisoria, con i consequenziali disagi del caso. La notizia mi ha molto sorpreso, perché il Liceo "Marco Galdi" è stato uno dei primi Licei Classici, nonché uno dei più prestigiosi, dell'intera provincia salernitana. Infatti, il "Galdi" è stato per anni, e lo è ancora, considerato una fucina dei più valenti professionisti cavesi e non, che venivano a studiare nella nostra città per le riconosciute qualità sopra indicate. Ora, al di là dei balzelli di responsabilità che esistono tra l'Amministrazione comunale e la Provincia, proprietaria dell'istituto, a noi sembra inverosimile che non ci si sia mossi in tempo per dar luogo alle opportune opere di ristrutturazione che potessero consentire agli alunni del "Galdi" di iniziare per tempo l'anno scolastico. Noi come "Polis" ci rivolgiamo al dottor Alfonso Andria, Presidente dell'ente Provincia, sempre attento alle nostre sollecitazioni, e siamo certi che anche questa volta voglia intervenire immediatamente, anche in considerazione del fatto che una locazione provvisoria del suddetto istituto comporterebbe un grave danno di immagine allo stesso, nonché ad uno dei luoghi simbolo per la preparazione delle nuove leve. Ora passo la parola a Domenico Campeglia, per spiegare tecnicamente, nel dettaglio, quanto si può fare e cosa non è stato fatto per ridare a Cava un'emittente radiofonica e televisiva».
Enzo Gallo, coordinatore di "Polis"
«Le Amministrazioni comunali che si sono alternate nell'ultimo decennio, quella di centrosinistra prima e quella di centrodestra poi, hanno sicuramente colpa in questa fuga dei media radiotelevisivi dalla città di Cava. Questa, nell'arco di pochi anni, dicevamo, ha del tutto perso i canali di informazione dell'etere, a causa di un totale disinteresse di chi ha governato e governa la città. Ora, purtroppo, il Piano Nazionale delle Frequenze Radiotelevisive non permette nessun'altra concessione governativa e riportare in città un'emittente risulta estremamente oneroso. Questo è il prezzo da pagare a causa di chi ha permesso la svendita dei media locali, senza intervenire, mediare o cercare di trovare partner cavesi che potessero rilevare le emittenti, tutte trasferitesi verso la città di Salerno, col risultato che poco o nulla viene trasmesso relativamente alla vita cittadina. Far ritornare a Cava un'emittente radiotelevisiva è ancora possibile. Gli alti costi, e qui occorre un impegno forte dell'attuale Amministrazione comunale, potrebbero essere abbattuti grazie al reperimento di fondi attraverso sponsor e partecipazioni di piccoli gruppi commerciali. Gruppi che, seppur esistenti e volenterosi, e ne ho notizie certe, non sono mai stati contattati dagli Amministratori. L'altra via, quella percorsa delle cosiddette TV di quartiere del circuito Telestreet, sta mettendo in piedi una rete di antenne libere per far pressione sul Governo, affinché questo rilasci concessioni per trasmettere nei "coni d'ombra" lasciati dalle frequenze delle grandi TV».
Domenico Campeglia, addetto stampa di "Polis"
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