Tu sei qui: CronacaLiceale di Castellammare scrive a Draghi: «Tornare a scuola è un rischio, noi non siamo burattini di una macabra propaganda»
Inserito da (redazioneip), martedì 20 aprile 2021 15:36:49
Flavia, una studentessa 16enne iscritta al terzo anno del liceo classico Plinio Seniore di Castellammare di Stabia ha deciso di scrivere una lettera, pubblicata anche su "Il Corriere del Mezzogiorno", al presidente del Consiglio Mario Draghi a proposito delle scuole. Nella lettera, la ragazza esprime tutta la sua preoccupazione per il ritorno alla didattica in presenza. Ecco alcuni estratti:
«Le notizie che ho appreso oggi hanno del tutto soffocato il mio ottimismo. La prospettiva del rientro a scuola nel mese di maggio è un provvedimento nel quale non scorgo alcun beneficio, ma solo innumerevoli svantaggi. La mia prima reazione è stata la rabbia. [...]
Pensare di rientrare a scuola per quest'ultimo mese mi ha fatto sentire addosso con un brivido il peso di tutto il tempo trascorso in didattica a distanza, che serviva proprio a consentirci di tornare tra i banchi a tempo debito e in totale sicurezza. Sicurezza che, al momento, non c'è, è innegabile. [...]
Tornare a scuola in presenza, anche con le nuove, soffocanti misure di sicurezza non ci garantirà l'immunità dal Coronavirus, che non potrà mai essere del tutto isolato dalle nostre aule, né dai mezzi di trasporto con i quali moltissimi studenti raggiungono quotidianamente le sedi scolastiche. [...]
Oltre infatti a non essere del tutto sicuro, l'ambiente scolastico non sarà in grado di darci alcun conforto, se saremo costretti a viverlo nell'angoscia, con una parte della classe distante in DAD, e l'altra in aula, sfibrata dalle mascherine, dai banchi distanziati gli uni dagli altri, dall'impossibilità di socializzare. Si tratta di una serie di fattori che senz'altro non incoraggiano i ragazzi, ma alimentano ansia, stress e angoscia destinati a contaminare l'ambiente scolastico, come invece non avviene nella DAD, che sebbene costituisca una forma di sacrificio per gli alunni, è comunque una valida soluzione per continuare il nostro percorso d'istruzione, in quanto si svolge in totale sicurezza e soprattutto garantendo un trattamento equo a tutti gli studenti. [...]
Quella che Lei ci propone attualmente non è la nostra scuola, ma solo un'immagine distorta e grottesca del luogo che abbiamo imparato ad amare. [...]
Alla fine quindi la mia domanda è: perché riaprire le scuole ora? Cosa ci spinge a gettare all'aria tutti i nostri sforzi, a far impennare di nuovo i contagi, a speculare sulle vite degli studenti, simili a delle cavie in un mostruoso esperimento che paga ogni errore con delle vite umane? Me lo sono chiesto più volte, e poiché non ho trovato una risposta valida, ho deciso, in vista dell'imminente riapertura delle scuole superiori campane e nel mio interesse, che io come moltissimi altri ragazzi non prender parte alle lezioni in presenza fin quando le parole mie e di tutti gli studenti d'Italia non saranno ascoltate e opportunamente soppesate. Non vogliamo essere i burattini di una macabra propaganda [...]».
(foto di repertorio)
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