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Cronaca

Legge 215 per le donne: tutte le novità

Inserito da Il Denaro (admin), martedì 4 dicembre 2001 00:00:00

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La napoletana Marilù Galdieri rappresenta il settore servizi di Confcommercio nel Comitato nazionale per la legge 215, l'organo che ha il compito di dare l'indirizzo programmatico generale agli interventi previsti dallo Stato per l'imprenditoria femminile e di promuovere attività di formazione, studio ed analisi. Ne fanno parte rappresentanti del Ministero delle Attività produttive, del Ministero del Lavoro, delle Politiche agricole, dell'Economia, delle Pari opportunità, dell'Abi e rappresentanti delle associazioni rappresentative di Industria, Commercio e Turismo, Artigianato e Agricoltura. I membri della Confcommercio, che risultata essere l'associazione più rappresentativa per i settori commercio, turismo e servizi, sono tre. Galdieri ha assunto anche la carica di vicepresidente del Comitato.

Quali sono le prospettive per le donne che intendono creare impresa?

Con l'adozione del nuovo regolamento per la legge 215, le opportunità per lo sviluppo dell'imprenditorialità femminile sono aumentate, soprattutto al Sud.

Perché?

Perché l'intervento è stato delocalizzato. Lo Stato ha, cioè, suddiviso il budget per Regione, in base anche al rapporto tra disoccupazione ed imprenditoria, che notoriamente al Sud è più basso che nel resto d'Italia. A questo si è aggiunta la possibilità, riconosciuta alle Istituzioni locali, di aumentare il contributo previsto per ciascuna Regione, attraverso un cofinanziamento non inferiore al miliardo. Infine, le Regioni che accolgono l'invito governativo hanno diritto a procedere alla valutazione dei progetti ed all'erogazione dei contributi.

Quante regioni hanno cofinanziato l'intervento, in occasione del bando 2001?

Sedici in tutto, compresa la Campania che ha stanziato 100 miliardi, in aggiunta ai 52 previsti dallo Stato.

Quali altre innovazioni sono state previste dal nuovo regolamento?

A tutte le Regioni che hanno cofinaziato l'intervento è stata attribuita la facoltà di fissare due criteri per la valutazione dei progetti, connessi alla realtà territoriale.

Quali sono i criteri?

La decisione spetta a ciascuna Regione. La Campania, ad esempio, ha attribuito un punto percentuale in più, in sede di graduatoria, ai progetti in cui la sede dell'azienda è localizzata nelle aree dei Patti territoriali, nei Contratti d'area, nei Prusst, ed un altro punto agli investimenti destinati alle attività di servizi, alle imprese e di servizi personali e sociali.

Perché questa scelta?

Perché i progetti con tali caratteristiche si integrerebbero perfettamente con i piani di sviluppo territoriale approntati dalla Regione ed andrebbero ad interessare settori e attività produttive che operano sul territorio campano e sono in grado di generare occupazione.

Dai primi risultati del bando 2001 quali dati emergono?

Innanzitutto, un boom di richieste, circa 10.000 in tutta Italia. Ma ancora più significativo è il primato della Campania, con ben 5200 progetti presentati. Segue la Calabria, con 2500 progetti. Altro dato significativo riguarda il settore scelto. Il 73,83 per cento dei progetti riguardava attività di commercio, servizi e turismo. Il motivo di questa preferenza è da attribuire al fatto che per questi settori non esistono altri strumenti finanziari. Ma è anche vero che le donne si sentono più portate per questo tipo di attività rispetto a quelle manifatturiere o agricole.

Emergono altre novità dall'analisi del Comitato?

Riguardano il tipo di investimento richiesto: è molto più alta la percentuale di progetti per nuove attività (42,45 per cento) rispetto a quelli per attività di innovazione (35,75 per cento).

Dunque, cresce davvero la voglia di fare impresa tra le donne?

Certamente, ma cambia anche la grandezza dell'impresa. In passato, i progetti prevedevano investimenti tra i 50 ed i 200 milioni, mentre la media di quelli presentati con l'ultimo bando riguarda investimenti dai 200 fino ai 400 milioni.

C'è ancora qualcosa da migliorare nell'attuazione della legge 215?

Occorrerebbe dare maggiore attenzione al consolidamento delle aziende, prevedendo attività di accompagnamento allo start up. Per questo ultimo bando l'assessorato alle Attività produttive ha stabilito che le prime cento imprese in graduatoria avranno diritto a sei mesi di formazione, secondo un programma ben fatto, stabilito in accordo con le parti sociali.

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