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Cronaca

«La tragedia poteva essere evitata»

Inserito da (admin), martedì 17 marzo 2009 00:00:00

Tornerà a casa domani il corpo di Raffaele Punzi, il giovane escursionista cavese travolto nel Comasco da una slavina sabato pomeriggio durante un’escursione in compagnia della fidanzata, Miriam Fasano. Sconvolti e scioccati i genitori del 31enne, Aldo e Rosaria, che con lo zio Carlo Panzella, capostaff del Sindaco Gravagnuolo, si sono recati domenica mattina nella località dov’ è avvenuto il tragico incidente, per assistere alle operazioni di rientro della salma del giovane.

Trasportato dai soccorritori all’Ospedale di Cantù, ieri mattina sul corpo di Raffaele Punzi è stata effettuata l’autopsia, che ha accertato le cause del decesso: il ragazzo, travolto in pieno dalla valanga che lo ha trascinato giù per il pendio per circa 300 metri, è morto sul colpo, schiacciato da una massa di neve compatta e pesante. Soffocamento e schiacciamento degli organi interni, causati da un politrauma: queste le cause della sua inaspettata morte.

Non c’è stato scampo proprio perché, com’è stato poi confermato dai soccorritori e dal responsabile della 19esima delegazione lariana Soccorso Alpino, Giannattilio Beltrani, la neve era troppo densa ed omogenea, soprattutto in superficie. Ciò ha reso troppo difficoltoso il recupero del corpo da parte dei soccorritori.

Numerosi i messaggi di cordoglio dall’Università di Fisciano, dagli amici di Raffaele lasciati sul blog e su facebook, dove il giovane ricercatore era iscritto. Tutta la città, i consiglieri comunali ed i dipendenti di Palazzo di Città si stringono intorno a Carlo Panzella, zio del povero Raffaele, al quale era fortemente legato. «Veniva a salutare lo zio - dicono alcuni dipendenti degli uffici comunali - era un vero e proprio vulcano di idee. Spesso veniva a proporre nuove iniziative». Dolore ed amarezza sono stati espressi anche dal sindaco Gravagnuolo.

Rammarico e dispiacere per l’orribile vicenda sono stati esternati anche da un amico di Raffaele Punzi, Peppe Schiavone, che ha inviato una lettera in cui ha espresso il suo disappunto sul “comportamento” degli amministratori locali e degli enti che si occupano della sicurezza sui monti: "In una breve intervista al gestore del rifugio alpino dove i due avevano prenotato una camera per passare la notte, ho trovato purtroppo conferma ai miei sospetti. La zona è molto frequentata dai turisti e nessuno si è premurato di mettere neanche dei semplici cartelli per avvisare del pericolo slavine. La tragedia poteva essere evitata. Buona parte della responsabilità per quanto accaduto è da imputare agli amministratori locali e a tutti quegli enti che si occupano della montagna in quella provincia. "Attraverso il dolore la conoscenza" diceva Eschilo. Saremo capaci di trarre la giusta lezione da quanto accaduto? Qualcuno avrebbe dovuto mettere sull’avviso i tanti escursionisti che si recano in quella zona. Tanto più che Miriam e Raffaele non erano affatto sprovveduti, ma trovandosi in un nuovo ambiente non sono stati in grado di calcolare i rischi legati alla loro escursione.

Nessuno si è preoccupato di metterli sull’avviso. Per inciso la tragedia è aggravata dal fatto di essersi verificata in una zona turistica, dunque le autorità hanno il preciso compito di garantire la sicurezza dei luoghi, avvisare gli escursionisti dei possibili rischi nell’avventurarsi in determinate località quando avvengono episodi meteorologici eccezionali. La forte nevicata delle scorse settimane è avvenuta fuori stagione e soprattutto a bassa quota; e il repentino aumento delle temperature, del tutto eccezionale anch’esso (ci sarà pure qualcuno a dare l’allarme in questi casi?), hanno posto le premesse per la tragedia, che ripeto è stata una “tragedia annunciata”. Non diamo sempre la colpa alla Natura (indifferente al destino dell’uomo - lo diceva già il nostro Leopardi) o al cieco destino. La Natura, violentata dall’uomo, si ribella e tragedie come questa sono destinate a ripetersi fino a quando non prenderemo consapevolezza della crisi ambientale in corso”.

Ora si attende solo il ritorno della salma, che, "liberata" dal magistrato incaricato e sbrigate le ultime procedure burocratiche, ha iniziato il suo ultimo viaggio verso Cava de’Tirreni. Per decisione dei genitori, che hanno seguito le volontà di Raffaele, la bara raggiungerà il cimitero cittadino, dove sarà seppellito dopo un breve rito civile.

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