Tu sei qui: CronacaLa terribile denuncia del fratello di Marco
Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 1 marzo 2002 00:00:00
«Qualsiasi cosa stesse accadendo non hanno fatto nulla per evitare che Marco finisse in ospedale. Non hanno mosso un dito per aiutarlo. Eppure è tutta gente che lo ha visto crescere». Alfredo, uno dei due fratelli di Marco Senatore, il giovane commerciante rimasto vittima di una feroce aggressione martedì sera in via Onofrio di Giordano (nella foto in alto), è ancora incredulo. Come lui anche il resto della famiglia. Per ore sono rimasti chiusi nel silenzio, preoccupati per le gravi condizioni del ragazzo. Oggi raccontano di violenze e di minacce. Ricostruiscono volti e sguardi del loro quartiere marchiati dall'indifferenza. E così, da una stanza di ospedale, in attesa dell'intervento chirurgico che cercherà di rimettere a posto una mascella fracassata dalla violenza dei pugni e dalla freddezza della gente, hanno voglia di gridare la loro rabbia. Contro chi ha visto e non ha fatto nulla.
Lo sfogo
«Io non ero presente - spiega Alfredo - ma mio fratello, pur sofferente, è stato in grado di raccontare cosa gli era davvero accaduto e di indicare chi è rimasto solo a guardare». Marco ha raccontato di un vero e proprio pestaggio: picchiato a sangue da quattro sconosciuti per aver inveito ad una manovra un po' azzardata di un automobilista che stava per metterlo sotto. Una comunissima reazione, che gli è costata calci e pugni in faccia a non finire. «Solo due ragazzi - racconta Marco - hanno cercato di liberarmi da quella morsa infernale. Solo loro hanno cercato di fermare quei delinquenti. Ma c'erano degli altri: non mi interessa dire il nome di chi fosse, basta dire solo che hanno voltato le spalle. C'è chi si è infilato in auto e chi si è rifugiato in un negozio». Dalle testimonianze rese e soprattutto dai chiacchiericci da bar, si sospetta che a quel raid punitivo fossero presenti in tanti. Forse più che un sospetto, se si pensa alla zona dove si è svolta l'aggressione ed all'orario, poco dopo le 20, quando la maggior parte dei negozi non ha ancora abbassato la saracinesca. «In quel quartiere - afferma Alfredo - siamo nati e cresciuti. Siamo gente perbene, sempre disposta a farci in quattro per gli altri. Ed invece, nessuno di loro ha aiutato mio fratello. Eppure lo conoscono bene, non si trattava certo di una rissa tra delinquenti. C'era mio fratello Marco, da sempre apprezzato come bravo ragazzo». La gente del quartiere non ha, dunque, collaborato per individuare gli aggressori: quattro ragazzi di Pregiato, identificati dagli agenti della Polizia il giorno dopo il regolamento dei conti. Intanto, ieri i medici del Cardarelli (nella foto in basso), dove Marco è ricoverato dalla stessa sera dell'aggressione, hanno comunicato il giorno dell'operazione, fissata per lunedì prossimo. L'équipe napoletana dovrà ricomporre una brutta frattura alla mandibola.
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